Difesa del territorio sia priorità
‘L’ampia maggioranza che ha sostenuto l’ordine del giorno discusso oggi in aula testimonia il profondo senso di responsabilità del parlamento su una tematica così importante come è quella della tutela dell’ambiente e del rischio idrogeologico’. Ad affermarlo è il senatore del Partito Democratico Massimo Caleo, capogruppo della Commissione Ambiente, promotore dell’ordine del giorno sui rischi di dissesto idrogeologico in discussione oggi in aula a Palazzo Madama e votato da tutte le forze politiche ad eccezione del Movimento 5 Stelle. Al dibattito hanno assistito su invito del senatore Caleo anche i rappresentanti dei comitati alluvionati della Provincia di La Spezia.
‘La tutela e la manutenzione del nostro territorio devono essere una priorità – ha sottolineato Caleo – la prima opera pubblica del Paese, sulla quale investire. L’Italia ha bisogno di tornare a crescere e di creare occupazione, soprattutto per i giovani, e la green economy e deve diventare il volano dove destinare parte dei risparmi derivanti dal rientro dalla procedura d’infrazione comunitaria per deficit eccessivo. Fondamentale il passaggio dall’approccio dell’intervento una tantum e della sola risposta all’emergenza a quello della pianificazione e della programmazione di politiche di prevenzione nella gestione del territorio. E’ prioritario, inoltre, restituire forza, dignità e autonomia, soprattutto finanziaria, al Dipartimento della protezione civile. E’ paradossale che essa venga lasciata senza risorse per operare in modo tempestivo ed efficace nel campo del contrasto ai danni provocati dalle calamità naturali’.
‘Il Partito Democratico sostiene con convinzione quest’ordine del giorno – ha ribadito il capogruppo Pd in Commissione Ambiente – e chiede a questo Governo di mettere in campo una strategia per il futuro. Nonostante gli importanti risultati che il Ministero dell’Ambiente ha ottenuto in questi primi 100 giorni, tra cui l’emanazione del ddl per il contenimento del consumo del suolo e l’archiviazione di nove procedure d’infrazione avviate dalla Commissione Europea, non basta. Sono necessarie risorse economiche certe – ha concluso Caleo – il patrimonio paesistico ambientale, storico culturale non deve essere vissuto come un fardello ma come una vera e propria opportunità’.

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