“Quello che ci avete sottoposto è una fotografia che avete colorato perché apparisse tranquillizzante per l’Europa. Ma in realtà si tratta di una fotografia oscurata. Se guardiamo i dati dell’inflazione, ci rendiamo conto che dobbiamo parlare seriamente delle questioni sociali e del potere di acquisto delle famiglie, perché stiamo in realtà parlando di povertà del lavoro e di povertà dei salari. Ci dice l’Istat che il 6,3 è l’inflazione di fondo, ma noi sappiamo che l’attuale inflazione sui beni alimentari è l’8,8 per cento e non accenna a diminuire. Nel contempo i salari sono aumentati al massimo di 2 punti”. Cosi la senatrice del Pd Susanna Camusso nel suo intervento in aula dul DEF.
“Se guardiamo alla previdenza c’è il nulla. Niente delle tante promesse fatte in campagna elettorale, sull’adeguamento delle pensioni, soprattutto sulle pensioni più basse. Quando avverranno queste cose promesse ? Perché nelle previsioni di questo triennio non ci sono e non ci sono nemmeno quelle risposte rinviate, penso alla finta apertura che avete fatto su opzione donna e le 20 mila lavoratrici che ci chiedono tuttora di avere una risposta”.

2 comunicato con testo più lungo
Il Documento di economica e finanza chiude una porta in faccia a 20.000 lavoratrici di Opzione donna

“Nelle previsioni del DEF sulla sanità si può dire che ci sarebbero due straordinarie necessità: in primo luogo, un bisogno di occupazione di personale nel sistema, anche perché altrimenti si avverano, purtroppo, le preoccupazioni che derivano dall’intervento sul PNRR, cioè l’abbandono delle Case di comunità e delle scelte di investimento sulla sanità territoriale; in secondo luogo ci vorrebbero delle risorse. Le previsioni di finanziamento del Servizio sanitario nazionale non coprono nemmeno l’inflazione. Il 3,8 per cento del 2023 ovviamente non copre l’inflazione, nel 2024 pensate di ridurlo; il lieve aumento del 2025 e del 2026 continua a dirci che ci porterà nel 2026 ad avere una spesa del 6,2 per cento, molto meno del rapporto tra spesa sanitaria e PIL, che servirebbe per garantire quel livello di Servizio sanitario nazionale che dovremmo garantire al Paese. Potremmo poi parlare di previdenza, ma non saprei bene cosa dire, perché c’è il nulla, c’è la smentita delle tante promesse che avete fatto in campagna elettorale e non vorrei ricordarvi cosa avete detto sull’adeguamento delle pensioni, in particolare delle pensioni più basse. Nonostante tutte queste premesse, in realtà c’è una domanda: quando avverranno queste cose? Perché nelle previsioni di questo triennio non ci sono, e non ci sono nemmeno quelle risposte che nella legge di bilancio avete rinviato. Penso, ad esempio, alla finta apertura che avete fatto su Opzione donna e alle 20.000 lavoratrici che tuttora ci chiedono di avere una risposta. Il Documento di economica e finanza chiude loro una porta in faccia. Quelle 20.000 lavoratrici che forse meriterebbero una maggiore attenzione. A proposito di finte aperture che sono state fornite nella discussione della legge di bilancio, vorrei ricordare i lavoratori fragili, che continuano tuttora a faticare per riuscire a mantenere il loro posto di lavoro e nello stesso tempo garantirsi la condizione di salute, anche per aspetti i cui costi sono davvero molto relativi. Penso allo smart working, che richiederebbe semplicemente di aver voglia di andare incontro alle persone e di porsi i problemi sociali e non certo di cambiare i bilanci. Nei provvedimenti collegati al Documento di economia e finanza ci avete annunciato che il 1° maggio, invece di farci festeggiare il lavoro, farete un decreto sull’ulteriore precarietà del lavoro stesso. Credo che non sia questa la strada per poter affrontare né il tema del lavoro, né il tema della denatalità. Proprio per questo credo che dobbiate avere il coraggio di affrontare la questione salariale, partendo dal tema dell’assenza nel DEF delle risorse per il rinnovo dei contratti collettivi dei lavoratori pubblici, della necessità delle assunzioni, del fatto che se continuate a raccontare che le imprese si possono lasciar fare, i lavoratori diventeranno sempre più poveri”. Lo dichiara la senatrice del Pd Susanna Camusso, intervenendo in Aula a Palazzo Madama dove è in corso la discussione generale sul Documento di economia e Finanza e sulla relazione al Parlamento. 


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