“In risposta all’introduzione del servizio civile agricolo di cui va molto fiero il Ministro Lollobrigida, c’è una importante precisazione da fare: no, non si serve la patria con il lavoro sottopagato!” Lo dichiara in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso, che aggiunge: “La misura prevista dal ministero dell’Agricoltura in collaborazione con il ministero dello Sport e dei Giovani, che si inserisce fra i progetti del servizio civile prevede infatti retribuzioni inadeguate per lavorare nei campi e rischia di diventare una vera e propria forma di sfruttamento, finanziata dallo stato a vantaggio degli imprenditori che usufruirebbero di manodopera gratis. Ma – prosegue la parlamentare dem – se il ‘Servizio civile universale è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio’ (come citato sul sito ufficiale del Ministero per le politiche giovanili), quale sarebbe esattamente in questo caso, il servizio reso al proprio Paese lavorando per un’impresa agricola privata?”
“Ministro, – scrive ancora la senatrice Pd – se ci tiene tanto all’amor di Patria, inizi svolgendo seriamente il suo lavoro, concentrandosi per risolvere le mancanze strutturali del settore dell’agricoltura, come il caporalato e la mancanza di tutele per i lavoratori stagionali. Alle ragazze e ai ragazzi del nostro Paese bisogna innanzitutto insegnare che il settore agricolo italiano, per crescere in modo sostenibile e dignitoso, deve farlo nel rispetto di chi vi lavora”, conclude Camusso.