“Il regime sperimentale donna, meglio conosciuto con il nome di ‘opzione donna’, introdotta nel 2004, e sempre prorogata da tutti i Governi che si sono succeduti a decorrere da quella data, pur essendo stato classificato dai monitoraggi Inps come misura altamente penalizzante, ha costituito l’unica possibilità per le lavoratrici di conseguire la pensione anticipata e un alto numero di lavoratrici vi ha comunque fatto ricorso accettando un regime ingiustamente penalizzante”. Lo ha detto la senatrice Susanna Camusso in occasione del question time della ministra del Lavoro e delle politiche sociali Calderone. “Nonostante ciò – ha sottolineato la Camusso – nella legge di bilancio 2023 il Governo ha sostanzialmente cancellato tale forma di flessibilità pensionistica, attraverso una stretta sui requisiti di accesso pensata per risparmiare sulla pelle delle donne”. “Le modifiche apportate con la nuova versione di Opzione donna riducono la platea a 2.900 soggetti, a fronte di 17.000 potenziali richiedenti, e sempre in base alla nuova normativa, viene imposto il taglio del 30% dell’assegno contributivo, un ulteriore sacrificio in un regime già di per sé iniquo”, ha aggiunto la Camusso. “Nel decreto milleproroghe il Gruppo del Partito Democratico ha presentato un emendamento che prevede una proroga del regime previgente della misura, consentendo la pensione anticipata non soltanto alle categorie oggi previste ma a tutte le lavoratrici, per le quali si era richiesta l’uscita con le precedenti soglie anagrafiche (ovvero 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le autonome) sempre a fronte di un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni. Tuttavia, il Governo non ha accettato di confrontarsi. Per tali ragioni, abbiamo chiesto alla ministra se ci sia una seria intenzione di avviare un confronto immediato all’interno del Governo, e in particolare con il Ministero dell’Economia, per rivedere, nel prossimo provvedimento legislativo, le norme che disciplinano l’uscita pensionistica tramite ‘Opzione donna’, ripristinando le condizioni previste nella formulazione precedente alla legge di bilancio 2023”. “La risposta della ministra ci pare assolutamente insufficiente: non crediamo che una riforma previdenziale complessiva, come quella paventata, sia realizzabile nel breve. Per questo riteniamo necessario uno specifico intervento a breve per correggere gli errori compiuti dal governo nella legge di bilancio”, ha concluso la senatrice.


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