Giorgia Meloni, pur essendo vicina ai Repubblicani americani, ha fatto una scelta “realista” a favore di Biden: «La premier sa che sarebbe la prima in Europa a subire l`onda di una eventuale vittoria di Trump». Salvini? «Con la sua smania di visibilità finirà solo per farsi sorpassare da Forza Italia». Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera ed ex capo della commissione Esteri di Montecitorio, addita le divisioni nella maggioranza e dice: «Meloni dopo un anno ha perso il tocco magico ma il centrosinistra ne potrà approfittare solo se Conte, in politica estera, tornerà a posizioni più istituzionali».
Nelle stesse ore in cui Meloni viene accolta con un bacio in fronte da Biden, l`alleato Salvini torna a lodare Trump: come ne esce l`immagine dell`Italia?
«Tutti i presidenti del Consiglio, da De Gasperi a Draghi e compreso Conte che ora dice che Meloni è andata a prendere ordini da Biden, hanno fatto visita ai presidenti degli Usa. E hanno fatto bene: le amministrazioni passano ma il nostro rapporto con gli Stati Uniti è nel codice genetico italiano, è figlio della scelta atlantica ed europeista fatta durante la guerra fredda».
Rimane una contraddizione evidente all`interno del governo.
«Salvini fa scelte diverse dai suoi compagni di viaggio: ce ne siamo accorti quando ha visitato la Crimea dichiarandola territorio russo malgrado la condanna degli organismi internazionali. La cosa che mi conforta è che in maggioranza comanda Meloni. Con lei e Tajani la politica estera non è in discussione».
Anche la premier, in passato, non ha nascosto la simpatia per Trump.
«È la grazia di Stato. Chi va al governo da sovranista comprende che è meglio abbracciare von der Leyen che Orbàn. È l`effetto benefico del potere. Posizione incoerente? Forse sì. Ma preferibile alla coerenza di chi continua a coccolare il leader ungherese, senza capire che la politica italiana ha bisogno di Francia e Germania».
Fox critica Meloni, accusandola di essere “la cocca di Biden” e di tradire i principi della Destra.
«In questo senso Meloni è realista. Sa bene che il giorno che andasse a governare Trump la prima a subire l`onda negativa sarebbe lei. Perché il rapporto difficile che Trump creerà con l`Europa avrà come vittime designate tutti i leader dell`Ue. L`impronta demagogica e sovranista di Trump contrasta con gli interessi del multilateralismo, dell`europeismo, dell`alleanza atlantica. I valori che ispirano la nostra politica da De Gasperi in poi. Ho fatto un incontro con gli esponenti di un think tank trumpiano, e ho ben chiaro come la pensino: l`Ucraina è un problema che non li riguarda, intendono rapportarsi direttamente con i capi degli Stati nazionali e non risponderanno neppure al futuro presidente della Commissione europea, e per quanto riguarda Israele e Palestina ritengono una sciocchezza l`idea dei due Stati. Una iattura».
Sullo sfondo c`è la grande questione del sostegno all`Ucraina.
«Guardi, al di là delle idee di chi prenderà la Casa Bianca, l`Europa dovrà uscire da una fase di infantilismo. Una politica estera e di difesa comune dovrà far parte del futuro dell`Ue. Bisogna uscire dalla minorità, smettere di adagiarsi sulla linea degli Usa che pensano per noi. L`Europa deve assumersi una responsabilità più forte, sul piano del contributo alla Nato e dell`autosufficienza militare. Non basta sbandierare il vessillo della pace, la pace bisogna ottenerla anche usando lo strumento dissuasivo, quello militare. Alla politica economica comune, insomma, dobbiamo abbinare quella di difesa».
Non crede che la maggioranza, nella campagna elettorale per le Europee, rischia di pagare questi contrasti in politica estera?
«Salvini ha il problema della visibilità. Più si affanna e più perderà voti. La visibilità non sempre aiuta. La Lega, così, farà la fortuna di Forza Italia, che riuscirà persino a sopravanzarla nelle urne».
Nel centrosinistra vede maggiore unità di strategia?
«Dopo un anno e mezzo, il tocco magico di Meloni è messo a dura prova. Ma non basta dire di no alla premier, è necessario costruire in positivo. E in politica estera il centrosinistra fa fatica a realizzare una posizione unitaria. Conte, quando era a Palazzo Chigi, sull`atlantismo e l`europeismo ha tenuto la barra dritta. Mi auguro che prevalga il Conte istituzionale, anche perché i 5Stelle hanno dimostrato di avere nelle proprie file esponenti con capacità di governo, esperienza internazionale e competenze come Todde. L`anelito alla pace dei giovani è una spinta positiva ma il centrosinistra deve spiegare, non amplificare. Spiegare che difendere la pace non significa regalare l`Ucraina a Putin, che sarebbe la premessa per una nuova stagione di terrore. Così come, nel ribadire l`appoggio genetico a Israele, non si può non dissociarsi profondamente dalla politica perniciosa di Netanyahu».


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