Sulla scelta non ha il minimo dubbio: «Raffaele Fitto è l`uomo più capace, preparato, adatto che il governo potesse indicare per la Commissione europea». E fin qui si può comprendere: Pier Ferdinando Casini, lo dice lui stesso, è «amico da moltissimi anni» del ministro, lo stima, lo apprezza, lo fece anche perdere in Puglia durante una elezione regionale, ma gli è ancora riconoscente perché «favorì, schierandosi con me, la mia elezione in Puglia, nel suo storico collegio, nel 1996». Insomma, non ci sarebbe notizia nella sua soddisfazione per l`indicazione data dall`esecutivo. Un comune, lontano passato democristiano peraltro aiuta. Quello che invece non è scontato è l`invito, l`appello anzi, che Casini lancia al centrosinistra, a Elly Schlein in particolare: «È giusto che prima di dare giudizi voglia sapere quali saranno le competenze e il ruolo che verranno attribuiti a Fitto, ma poi mi aspetto che anche l`opposizione lo sostenga, nel Parlamento europeo. Per due motivi».
Quali?
«Il primo è che Fitto, nella Commissione, rappresenta l`Italia. E la rappresenta un politico che ha sempre avuto rapporti buoni con tutti, che è apprezzato, che non si è mai fatto risucchiare dalle polemicucce del momento. È uomo espressione di FdI, certo, d`altra parte è espressione del governo. E in Commissione dovrà svolgere il suo ruolo in modo obiettivo, senza favoritismi, perché ogni commissario rappresenta l`intera Ue, non il suo Paese. Ma lui ha caratteristiche che sono fondamentali per farci contare».
Caratteristiche politiche intende?
«È l`uomo che ha tenuto ancorata Meloni a una posizione che seppur non vantaggiosa per l`Italia – io mi sarei aspettato che avrebbe avuto il coraggio di votare von der Leyen, sarebbe stata una mossa molto
importante – almeno non è stata deleteria. Se si fosse saldato l`asse tra Meloni, Salvini, Le Pen sarebbe stato un enorme problema. Lui ha lavorato per evitarlo».
E questo può convenire al governo, magari per ottenere deleghe o forse una vicepresidenza che facciano contare l`Italia e non umilino il centrodestra. Ma l`opposizione?
«L`opposizione ha una grandissima occasione per dimostrare la propria maturità e il proprio attaccamento al bene comune. Così come Gentiloni rappresentava, e bene, il Paese, anche Fitto lo farà. Sostenerlo significa dire: a noi interessa il bene dell`Italia, non quello di parte. Per contrastare il sovranismo bisogna includere, aprirsi, mostrarsi superiori e rivolgersi a tutti gli italiani. Ramala Harris ha detto che se vincerà porterà al governo un ministro repubblicano. Questo è un discorso intelligente: l`Italia viene prima di tutto, è uno slogan e un atteggiamento vincente, maturo. E l`opposizione può dimostrarlo con i fatti».
Non si chiede un po` troppo?
«No. Sarebbe un errore godere di un ipotetico fallimento di Meloni sul tavolo delle trattative per gli incarichi, perché gli incarichi più alti sono e più servono al nostro Paese per crescere. E chi fa politica deve pensare al bene del Paese. Il Pnrr è troppo importante per il nostro futuro perché si stia sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del nemico. Vale per tutti. Ci sono personaggi che si muovono nell`interesse generale, capaci, penso allo stesso Gentiloni, a Bonino, a Monti o all`incarico ricevuto da Letta, allo stesso Tajani: se hanno riconoscimenti, il vantaggio è per tutto il Paese».
E come può essere sostituito Fitto?
«Non è un problema da poco, capisco la difficoltà di Meloni nel lasciarlo andare. Non so come vogliano agire, i rischi di bruciarsi per il governo in questa partita ci sono ancora. Ma so solo che in quel ruolo servirà una persona intelligente, capace, che sappia parlare con tutti e soprattutto con gli enti locali, Comuni, Regioni. Non deve prevalere la logica dell`auto sufficienza, delle quote di partito, o il provincialismo delle piccole beghe. Il momento è cruciale. E sarebbe bene che tutti facessero uno sforzo per contribuire al bene comune».