Bene, Giorgia Meloni è tornata sulla Terra», è il commento, sul filo dell` ironia, di Pier Ferdinando Casini all`attivismo che mostra in politica estera la presidente del Consiglio. «Archiviato il blocco navale ora si è lasciata alle spalle anche la fascinazione per Trump. Ma se pensa di fare da sola sbaglia. L`Italia da sola, senza la Ue – avverte l`ex presidente della Camera, membro della Commissione Esteri del Senato – non riesce a incidere». Sorpreso da questa evoluzione della politica estera di Giorgia Meloni?
Non direi. Dopo aver ipotizzato scenari senza alcuna aderenza alla realtà, entrata nel ruolo e alle prese con gli scenari concreti ora mostra senso di realismo nel mantenere una politica tradizionale di alleanze euro-atlantiche. La sua missione a Washington si chiude positivamente?
Ottenuta l`anticipazione di questo bilaterale ipotizzato inizialmente per l`autunno, il comunicato ufficiale conferma l`adesione a un`alleanza che non poteva certo essere messa in discussione. Della premier tutto si può dire meno che sia una sprovveduta. La simpatia di partenza per Trump non ha impedito un`empatia che si è creata con l`attuale presidente Usa.
Un mese fa Meloni ebbe anche un lungo incontro con Lula, di cui nulla è trapelato.
Vale lo stesso ragionamento. Sono due leader agli antipodi alla guida del governo in due Paesi con forti interessi comuni. Dopo la ruggine per il caso Battisti è importante che i rapporti si mantengano buoni.
Meloni dice che sarebbe ben strano se si facessero prevalere interessi di parte sugli interessi della nazione.
Ma sarebbe ora di dare spazio a un sovranismo europeo, che vada oltre il sovranismo nazionale. La politica estera italiana (da Fanfani a Moro, da Colombo ad Andreotti fino a Ciampi e Napolitano) si è sempre affidata a una triangolazione con Francia e Germania. L`Europa un tempo rappresentava circa la metà del Pil mondiale, ora appena il 20%. Se questo peso già ridotto lo si frazionasse ulteriormente andando in ordine sparso l`esito sarebbe una sostanziale irrilevanza nello scenario internazionale.
Le iniziative in Africa, il cosiddetto nuovo “piano Matter, vanno nella direzione giusta?
Un conto sono gli spot un conto è la realtà. Mentre Meloni parlava di Africa con Biden in Niger veniva deposto il presidente Bazoum, unico leader filo-occidentale rimasto. La realtà dice che i due attori principali in Africa sono ormai la Russia e la Turchia, con la Wagner che spadroneggia. E mentre Italia e Francia vanno in ordine sparso si avverte la mancanza dell`Europa, l’Italia in alcuni casi può fare da apripista, ma è impensabile agire in modo isolato.
Fra l`altro con la Francia è in vigore il Trattato del Quirinale.
Lasciato alle spalle lo scontro sui Gilet gialli ora si tratterebbe di dare corso a una collaborazione concreta. Abbiamo interessi in larga misura coincidenti, ma non li facciamo valere, in parte anche per colpa di una certa spocchia francese. Ma sarebbe interesse di tutti far prevalere il senso di responsabilità.
Come andrebbero re-impostati i rapporti con la Cina?
Credo che non si possa andare oltre una correttezza di rapporti. Il tema è venuto fuori, inevitabilmente, nei colloqui di Meloni con Biden: non possiamo essere gli unici in Europa a mantenere un accordo economico con Pechino. Credo che a dicembre gli Accordi per la via della Seta vadano disdetti. Senza rotture, ma limitandoci a mantenere buoni rapporti come gli altri Paesi della Ue.
Ma la Cina non può favorire l`avvio di un processo di pace in Ucraina?
Può svolgere un ruolo, ma finora ha fatto prevalere il collateralismo con la Russia. L`Italia giustamente è stata al fianco di una popolazione aggredita, ma è arrivato il momento di mettere in campo anche delle iniziative di pace. Purtroppo però con Gutierrez l`azione dell`Onu si mostra insufficiente anche nella moral suasion da usare per prevenire i conflitti. E l`unica forza in campo credibile resta il Vaticano. A parte le iniziative di Erdogan l`unica speranza al momento è rappresentata dalla politica dei piccoli passi portata avanti dal cardinale Zuppi, operatore di pace dotato di esperienza e realismo. Il fatto che non si vedano ancora risultati tangibili non ci impedisce di sperare che la situazione possa cambiare. E il governo italiano deve impegnarsi a favorirlo.