“Nelle valli di questa terra, così come in tante altre parti d’Italia,
si è combattuto per realizzare un mondo di uomini liberi e per affermare il primato
della dignità della persona umana contro la logica della violenza e della
sopraffazione. Ogni anno, in questo giorno, non possiamo che inchinarci con umiltà e
commozione davanti all’impegno civile e al generoso sacrificio che ha accomunato
tanti, giovani e non, del nostro Paese. Ma oggi è anche un giorno di festa, in cui si
celebra la rinascita della nostra Patria su basi nuove, il suo risveglio alla libertà,
alla democrazia e alla pace”. Lo ha detto Pier Ferdinando Casini nel corso delle
celebrazioni per l’80esimo anniversario della Festa della Liberazione, organizzate
dalla Città di Cirié (Torino). “I lunghi mesi tra il ’44 ed il ’45 costituirono per
tutti gli italiani una prova durissima. Eppure, proprio allora, nelle loro coscienze
si fece strada progressivamente un imperativo inderogabile: reagire all’umiliazione
dell’occupazione nazifascista, dare nuova dignità all’Italia, trovarsi uniti nella
lotta per la libertà e la democrazia. Oggi festeggiamo questa rinascita civile e
morale, da cui ha avuto inizio il processo che ha condotto alla Costituzione
repubblicana. Una rinascita alimentata da valori che rappresentano ancora oggi un
patrimonio comune di tutti i cittadini e fanno parte a pieno titolo del codice
genetico dell’intera comunità nazionale”.
“Pensavamo che le tragedie vissute nel Novecento non potessero più
accadere, né ripetersi, ma purtroppo la storia ci ha smentiti. L’aggressione della
Russia nei confronti di un Paese sovrano ci ha dimostrato quanto in realtà il nostro
sistema di regole e principi incardinati nel secondo dopoguerra non sia scontato,
quanto la democrazia sia ancora un valore da difendere e quanto possa far paura la
sua diffusione ai confini di regimi autocratici. Per questo è ancora più doveroso
tramandare questa memoria comune alle giovani generazioni così come far conoscere le
storie e il coraggio di chi, all’epoca, non rimase indifferente di fronte
all’aggressore, ma scelse di non piegarsi e resistere, sacrificando la propria vita
per la costruzione di quell’Italia democratica e pacificata che noi abbiamo ereditato
e che dobbiamo ogni giorno continuare a preservare e difendere con cura. È per questo
che la Resistenza resta un valore che unisce e che non può dividere, così come il 25
aprile è un giorno che non appartiene a questo o a quel partito politico e che non è
patrimonio esclusivo di qualcuno: è un giorno in cui tutti noi avvertiamo un profondo
valore unificante della nostra identità nazionale. La Resistenza ci ha insegnato che
la democrazia non si difende con l’indifferenza, che la libertà non si mantiene con
il silenzio e che le derive autoritarie iniziano sempre con piccoli cedimenti:
l’accettazione della paura come strumento politico, la riduzione dei diritti in nome
della sicurezza, il disprezzo per il dissenso”, conclude Casini.