Oggi “siamo obbligati a parlare di
riarmo pur sapendo che la stessa definizione fa orrore a tutti
noi. Le armi sono uno strumento di morte e noi vogliamo la vita e
la pace. Tutto ciò non deve però confondere le nostre coscienze.
La storia è chiara in proposito. Da Hitler in poi, le armi e le
guerre sono proprie delle dittature. Le democrazie si armano per
difendersi e creare le condizioni di pace durevole, esattamente
come si fece nella Prima Repubblica installando gli euromissili
davanti alla minaccia sulle nostre città degli SS-20 sovietici.
Quella scelta di deterrenza, dolorosamente assunta all’inizio
degli anni Ottanta, favorì il disarmo bilaterale e produsse il
più lungo periodo di pace che si ricorda”. Lo ha detto il
senatore Pierferdinando Casini, eletto con il Pd, durante il
dibattito in aula seguito alle comunicazioni della presidente del
Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio Ue del 20 e 21
marzo.
“Oggi – ha proseguito Casini – siamo di nuovo a un drammatico
tornante della nostra vita, reso inevitabile non solo dal
contesto mondiale dal moltiplicarsi dei conflitti, ma dalla nuova
presidenza di Trump che ci ha spiegato, con le cattive più che
con le buone, che non è disponibile a pagare per la nostra
difesa. Per questo l’Unione europea sta accelerando sul tema
della difesa. Guai però – ha sottolineato Casini – se esso si
limitasse a una sorta di riarmo nazionale, gravante sui bilanci
dei singoli Stati, e non si inquadrasse in modo coerente e
lineare, evitando duplicazioni e creando le necessarie sinergie
industriali su un progetto di difesa europea di cui c’è necessità
ineludibile. È un processo in divenire che deve evitare di
finanziare unicamente l’industria militare americana. La difesa
europea è l’attuazione del disegno che Alcide De Gasperi vide
drammaticamente fallire, è la realizzazione del sogno di
Ventotene di quei federalisti che buttarono il cuore oltre gli
ostacoli del presente”.