«Io sono della vecchia scuola. Mi hanno insegnato fin dai tempi della mia giovinezza che non si esportano le nostre beghe a Bruxelles. Se viene scelto un italiano per un incarico di responsabilità, la circostanza può suscitare come unica reazione la soddisfazione». Per Pier Ferdinando Casini la vicenda dell`indicazione di Luigi Di Maio per l`incarico di inviato speciale Ue per il Golfo si chiude qui. O almeno dovrebbe.
Senatore Casini, è stato tra i primi a felicitarsi pubblicamente per l`indicazione di Di Maio. Molte reazioni, però, sono state negative. «Già. In Italia la tentazione di dare il calcio dell`asino è sempre molto forte. Abbiamo assistito alla solita polemica da asilo infantile, magari con la speranza di prendere qualche voto in più alle elezioni».
Dare il calcio dell`asino?
«E sempre troppo forte la tentazione di una rivalsa nei confronti di potenti che sono caduti in disgrazia. Gli stessi impegnati nel servizio permanente di ossequi sproporzionati, si convertono di colpo nei detrattori più accaniti. L`ho sperimentato decine di volte nella mia vita politica. 11 grave è che sfugge la circostanza più significativa».
La nomina di un italiano in un ruolo internazionale?
«E certo! La scelta di un italiano dovrebbe essere motivo di soddisfazione per tutti e le nostre beghe non dovrebbero essere esportate. Vale per la destra come per la sinistra che, per esempio, sbaglia quando utilizza il Parlamento europeo per criticare il governo italiano. Io mi sono rallegrato, a suo tempo, per la scelta di Tajani come vicepresidente della Commissione così come recentemente per la nomina di Gentiloni a commissario economico. Perché non dovrei congratularmi per la nomina di Di Maio?».
Lei ritiene che abbia i requisiti per l`incarico?
«Non conosco i requisiti richiesti ma c`è una commissione tecnica istituita dalla Commissione europea: ha giudicato Di Maio la scelta migliore sia per l`esperienza avuta come ministro degli Esteri, sia per i colloqui che ha sostenuto con i membri della commissione. La questione di merito finisce qui. L`addebito qual è? Tutto questo livore come si spiega? Se le critiche vengono dalla Lega, poi, che con Di Maio è stata al governo con Conte e con Draghi premier… Mi viene da dire che tanta indignazione potevano manifestarla quando lo sostenevano nei suoi ruoli istituzionali».
Dicono che Di Maio abbia creato rapporti tesi con gli Emirati Arabi quando era ministro degli Esteri.
«Beh, è davvero singolare che qualcuno oggi si improvvisi avvocato difensore dei Paesi del Golfo. Aggiungo che chi pensa che Borrell abbia indicato un nome senza aver prima verificato il gradimento di quei Paesi è un ingenuo. Mi riporta alla memoria quel politico che tanti anni fa, durante un incontro con la ministra degli Esteri israeliana Tzipi Livni, ex agente segreto, intervenne invitandola a diffidare dei palestinesi. Uno zelo da neofita francamente imbarazzante».
Dicono anche: Di Maio diventa inviato speciale Ue dopo la bocciatura alle elezioni di settembre.
«Mica è stato chiamato a entrare in un governo dopo una mancata elezione. Questo è un ruolo tecnico di alto significato politico, ma è pur sempre una missione fiduciaria in nome e per conto del vicepresidente Bonen. E poi diciamo la verità? Di Maio ha avuto almeno due fasi. Nella prima ha interpretato un`antipolitica sciocca e dannosa come i fatti hanno dimostrato. Ma c`è un secondo Di Maio che si è applicato alla scuola della Farnesina e che è stato un ministro capace e serio. Vogliamo vivere permanentemente con sentimenti di vendetta e revanscismo? Personalmente ritengo questa la parte peggiore della politica».
Su Di Maio era stato consultato l`ex premier Draghi. Il nuovo governo italiano avrebbe potuto voler indicare qualcun altro?
«Ma se la procedura era già stata avviata e definita quando in Italia è cambiato il governo! Chi avrebbe dovuto proporre un altro nome? La verità è che l`unico risultato ottenuto da questo governo con le sue esitazioni è stato far perdere un anno».


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