‘Il divieto di tortura è un principio che appartiene al nucleo fondamentale del diritto internazionale dei diritti dell’uomo come espressione diretta del valore della dignità umana ed è necessario che l’Italia adegui la sua normativa’. Lo afferma il senatore del Pd Felice Casson che ha depositato un disegno di legge (in una versione rielaborata rispetto a quello della legislatura precedente) sull’introduzione del reato di tortura. ‘Il testo si compone ora di quattro articoli – spiega – Con il primo si punisce con la reclusione da tre a dieci anni chiunque, secondo una definizione che ricalca quella della Convenzione internazionale, infligge acute sofferenze psichiche o fisiche, mediante violenza o minaccia di comportamenti disumani o degradanti la dignità umana, ad una persona che non sia in grado di ricevere aiuto. Sono previste specifiche aggravanti nel caso che la condotta sia posta in essere da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle funzioni ipotesi per la quale la reclusione è aumentata, da quattro a dodici anni. Infine, in caso di morte del torturato, è prevista la reclusione di trenta anni se trattasi di conseguenza non voluta dal reo, e dell’ergastolo se la morte è cagionata dal torturante’. ‘Con i seguenti – aggiunge – si chiarisce che le dichiarazioni ottenute mediante tortura possono essere utilizzate solo contro le persone accusate di tale delitto al fine di provarne la responsabilità e di stabilire che le dichiarazioni stesse sono state rese in conseguenza della tortura’. ‘Si stabilisce inoltre -conclude Casson – l’impossibilità di respingere, espellere o estradare una persona verso uno Stato nel quale si ritiene che rischi di essere sottoposta a tortura, si esclude l’applicabilità dell’immunità diplomatica per i cittadini stranieri condannati o processati per tortura in altro Paese o da un tribunale internazionale e viene istituito un fondo a favore delle vittime della tortura’.