Felice Casson, uno dei senatori del. Pd
che non condivide alcuni punti qualificanti della riforma renziana del
Senato, fa una previsione: «Ho l`impressione, che per i meccanismi
parlamentari, sarà impossibile arrivare all`8 di agosto con le votazioni
completate».
Avete più di cento ore per discutere e votare: non
bastano?
«Se non si arriva ad un accordo politico, le ore non bastano.
Se viene meno qualsiasi possibilità di dialogo e di accordo, finisce in
un disastro istituzionale. Uno scenario che il sottoscritto e altri colleghi
non auspichiamo affatto».
Renzi potrebbe accarezzare l`idea dí arrivare
fino a Ferragosto, facendo apparire voi come i difensori della casta…
«Ma sarebbe un`immagine opposta alla realtà. Noi, ad esempio, chiediamo
che il numero dei deputati sia ridotto, anche perché è squilibrato e
soltanto italiano, il rapporto tra 100 senatori e 630 deputati. Un
rapporto 1 a 2, o anche 1 a 3 sarebbe più razionale. E su questo terreno,
già nel voto previsto martedì, potrebbe esserci la prima sopresa» .
Altre sorprese che avete in serbo?
«Più che sorpresa, vedo che sta crescendo
il consenso sul fatto che il Senato
abbia diritto al doppio vaglio per i diritti
fondamentali».
Ma in questo caso non si torna verso un
bicameralismo mascherato?
«Non è così. In ogni caso ci sono margini
di dialogo e io confido nell`intelligenza
del presidente del Consiglio, conto sul
fatto che si comporti da politico vero. E
d`altra parte è stato lui stesso che su diverse
questioni, partecipando ad una
assemblea dei senatori del Pd, aveva
mostrato disponibilità ad alcune modifiche.
Ma poi, non si è capito perché,
quella disponibilità non ha avuto seguito
da parte del ministro Boschi».
Dal suo versante, in diversi hanno accusato
Renzi di avere trattato col pregiudicato
Berlusconi. A lei che effetto ha
fatto fare una riunione con Augusto
Minzolini, una delle figure di punta del
«regime berlusconíano»?
«Se da una parte, su temi della giustizia
è giusto discutere con tutti ma con Forza
Italia è quasi impossibile trovare accordi,
sulle riforme costituzionali e sui
temi dei diritti il dialogo è faticoso ma
non impossibile. E comunque noi del Pd
abbiamo partecipato a una serie di riunioni
con le opposizioni, ma un conto è
approfondire il tema, un altro è incamminarsi
verso il Quirinale».
che non condivide alcuni punti qualificanti della riforma renziana del
Senato, fa una previsione: «Ho l`impressione, che per i meccanismi
parlamentari, sarà impossibile arrivare all`8 di agosto con le votazioni
completate».
Avete più di cento ore per discutere e votare: non
bastano?
«Se non si arriva ad un accordo politico, le ore non bastano.
Se viene meno qualsiasi possibilità di dialogo e di accordo, finisce in
un disastro istituzionale. Uno scenario che il sottoscritto e altri colleghi
non auspichiamo affatto».
Renzi potrebbe accarezzare l`idea dí arrivare
fino a Ferragosto, facendo apparire voi come i difensori della casta…
«Ma sarebbe un`immagine opposta alla realtà. Noi, ad esempio, chiediamo
che il numero dei deputati sia ridotto, anche perché è squilibrato e
soltanto italiano, il rapporto tra 100 senatori e 630 deputati. Un
rapporto 1 a 2, o anche 1 a 3 sarebbe più razionale. E su questo terreno,
già nel voto previsto martedì, potrebbe esserci la prima sopresa» .
Altre sorprese che avete in serbo?
«Più che sorpresa, vedo che sta crescendo
il consenso sul fatto che il Senato
abbia diritto al doppio vaglio per i diritti
fondamentali».
Ma in questo caso non si torna verso un
bicameralismo mascherato?
«Non è così. In ogni caso ci sono margini
di dialogo e io confido nell`intelligenza
del presidente del Consiglio, conto sul
fatto che si comporti da politico vero. E
d`altra parte è stato lui stesso che su diverse
questioni, partecipando ad una
assemblea dei senatori del Pd, aveva
mostrato disponibilità ad alcune modifiche.
Ma poi, non si è capito perché,
quella disponibilità non ha avuto seguito
da parte del ministro Boschi».
Dal suo versante, in diversi hanno accusato
Renzi di avere trattato col pregiudicato
Berlusconi. A lei che effetto ha
fatto fare una riunione con Augusto
Minzolini, una delle figure di punta del
«regime berlusconíano»?
«Se da una parte, su temi della giustizia
è giusto discutere con tutti ma con Forza
Italia è quasi impossibile trovare accordi,
sulle riforme costituzionali e sui
temi dei diritti il dialogo è faticoso ma
non impossibile. E comunque noi del Pd
abbiamo partecipato a una serie di riunioni
con le opposizioni, ma un conto è
approfondire il tema, un altro è incamminarsi
verso il Quirinale».