Intervenire anche su depenalizzazione e querele temerarie contro giornalisti
‘Ora che il Parlamento torna ad intervenire per riformare la normativa sulla diffamazione è necessario che sia fatto un buon lavoro per assicurare il giusto rapporto tra i diritti costituzionali della libertà di stampa e del diritto di ogni cittadino alla tutela della propria riservatezza ed onorabilità’. Lo ha dichiarato il sen. Felice Casson intervenendo nell’aula del Senato nel corso della discussione generale sul ddl sulla diffamazione. ‘È indubitabile che il disegno di legge – ha aggiunto – rappresenti un passo in avanti soprattutto perché finalmente viene cancellata la previsione del carcere per i giornalisti: questo direi che risponde proprio alla necessità di cambio di passo giuridico e sociale. Ci sono però altre sfide e altri punti che dovrebbero essere affrontati: dalla depenalizzazione dei reati alla querela temeraria volta a intimidire i giornalisti’. ‘Mi rendo conto – ha spiegato – che la nostra società, il nostro Parlamento non è ancora arrivato al livello di decidere una modifica così perentoria, così netta, eliminando la prospettazione penale relativa al delitto di diffamazione. Ricordo però che il Senato, soltanto pochi mesi fa (lo scorso anno), ha votato, con ampia maggioranza, una legge che riguardava il sistema penale nel suo insieme e conteneva un invito al Governo, con delega, alla depenalizzazione di tutta una serie di reati. Questo sarebbe uno dei modi per poter arrivare a una razionalizzazione del nostro sistema penale, che è ancora basato sull’impostazione del codice Rocco-Mussolini e che sarebbe ora di portare a un livello di civiltà maggiore. Sostanzialmente, e in via generale, si tratta di cercare di eliminare la materia penale per determinate situazioni, concentrando l’interesse di natura penalistica dello Stato, dell’ordinamento, delle Forze di polizia e della magistratura sui veri nodi, sui veri problemi che generano allarme di natura sociale all’interno del nostro Stato’. ‘L’altro punto – ha concluso Casson – riguarda in profondità la libertà di stampa, soprattutto dei giornalisti, e di quelli che lavorano per i piccoli giornali in particolare, che quando si verificano scandali e fatti gravi di cronaca non si lasciano intimidire preventivamente e, proprio per adempiere al loro dovere di comunicare e di informare, corrono dei rischi seri non soltanto di natura fisica, ma anche da un punto di vista processuale, civilistico e penale con richieste di risarcimento danni per milioni di euro o addirittura per procedimenti penali con richieste di arresto. Questo è un aspetto sul quale è indispensabile intervenire proprio per tutelare la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad essere informati’