Per il terremoto ci vuole un culo da sciacalli, nel senso di mazzette e appalti per ricostruire. Per ingoiare gli scandali ci vuole invece uno stomaco largo e di ferro. Come la pancia enorme del Partito democratico, che tritura scandali locali e di governo in assoluto e imbarazzante silenzio. Tranne poche eccezioni, come quella del senatore, già magistrato, Felice Casson, che alle ultime primarie ha votato per Pippo Civati.
Casson, perché il Pd, anche quello nuovo di Renzi, sta sempre zitto?
 Mi faccia dire prima un`altra cosa.
Quale?
 La ripetizione costante di casi di corruzione e malaffare continua a essere sottovalutata da tutti, anche adesso che non c`è più il paravento del berlusconismo, ossia il peggiore sistema di questi anni.
Non ci sono più alibi.
Esatto e la politica ancora non fa nulla di fronte a questa ondata di scandali. Torniamo al silenzio del Pd.
Sia all`interno del partito, sia nel governo non c`è alcuna iniziativa sulla questione morale, che non viene mai presa in considerazione.
Un dimenticare senza fine.
In questo momento storico c`è un motivo particolare. Bisogna mantenere un profilo bassissimo altrimenti salta la maggioranza.
E il Pd ingoia di tutto.
È come se ci fosse un patto tacito tra le forze di governo per non affrontare i temi della legalità, della trasparenza, della solidarietà. Io me ne accorgo in commissione Giustizia al Senato.
Di che cosa si accorge?
 Che se parlo di corruzione, riciclaggio, falso in bilancio c`è subito una spaccatura. Con chi?
Con il Nuovo Centrodestra.
I diversamente berlusconiani di Alfano.
Non è cambiato nulla, dal punto di vista della moralità. L`equilibrio precario di questo governo ha portato a scelte di profilo bassissimo, penso appunto ad Alfano all`Interno e Cancellieri alla Giustizia, espressione di forze più o meno parlamentari.
Cancellieri è in quota tecnici del Colle.
 Ho detto forze più o meno parlamentari.
In ogni caso, Alfano e Cancellieri sono entrambi portatori sani di scandali, dalla vicenda Shalabayeva a quella Ligresti.
Sono ministri che dovevano an- dare fuori dal governo, dimettersi, ma Letta è stato costretto a mettere la fiducia su stesso per salvare questo fragile compromesso al ribasso.
L`ultimo caso è quello della De Girolamo, titolare dell`Agricoltura.
 Anche su di lei il mio giudizio è negativo, ha avuto un comportamento inappropriato nelle vicende che avete riportato.
Il governo però va avanti senza se e senza ma.
Il Pd sbaglia perché, al di là delle indagini, potrebbe già giudicare i comportamenti che emergono da questi fatti. Queste valutazioni sono necessarie, anche senza aspettare le conseguenze giudiziarie. E non dimentichiamo che per i casi interni c`è il codice etico di partito.
Una bolla di smemoratezza che non risparmia nemmeno Renzi.
Renzi è appena arrivato, diamogli tempo.
Ma una parola sull`Aquila, sulla De Girolamo?
Certo che poteva dirla. Aggiungo di più, oltre a Renzi c`è un`intera segreteria che ha il dovere di dire qualcosa perché responsabile davanti agli iscritti e alla società italiana.
La presunta diversità morale è scomparsa.
Io giro per tutto il territorio nazionale, a partire dal Veneto, la mia regione, e incontro iscritti e simpatizzanti che sono molto più avanti della classe dirigente.
In che senso?
Sono cittadini che reclamano con forza trasparenza, pulizia e moralità.
Tante voci nel deserto.
Con Bersani segretario, alle ultime politiche, un lavoro di selezione è stato fatto, questo va riconosciuto.
Gli impresentabili del Pd.
Appunto, però adesso viviamo questa fase particolare che ha congelato tutto.
C`è il rischio che il governo arrivi fino al 2015.
Io sarei andato già a votare, ma da tempo. È l`unico percorso lineare che si può seguire per arrivare a una maggioranza omogenea, in grado di affrontare la questione morale e il tema della solidarietà. Oggi se parlo di diritti civili, sempre in commissione Giustizia, scatta Giovanardi che blocca tutto.
Un`agonia di basso profilo.
 Non c`è alcun senso a vivacchiare così per altro tempo e tutti questi scandali non sono più accettabili.
Renzi è il destinatario numero uno delle sue riflessioni.
Glielo dirò appena incontrerà, da segretario, i gruppi parlamentari, ma i tempi di un partito non possono essere più scollegati dalla realtà, ci vorrebbero più decisione e soprattutto più chiarezza.