Casson, come definirebbe il suo stato? «Sono … felice». Che fa, scherza pure? «Il buon umore, come un bicchiere di buon vino rosso, fa bene alla salute». Votare la fiducia sul jobs act invece fa male? «Fa male ai lavoratori».
Casson che succede? Sta rompendo col Pd?
«Non mi pare che sia il caso di fare una tragedia…».
Tanto per essere precisi, lei è uscito dal gruppo, si è solo sospeso, o se n`è andato proprio dal Pd?
«Ma chi è che vuol fare questa confusione? Agli atti della giunta per le autorizzazioni risulta la mia dichiarazione di auto sospensione dal gruppo alla presenza del capogruppo Pd».
Farlo così su due piedi è più di una tragedia.
«È semplicemente un marcare la differenza rispetto a una decisione, perché sia chiaro che stiamo parlando del caso Azzollini e del no del Pd all`uso delle intercettazioni chiesto dai magistrati, tecnicamente sbagliata e politicamente scorretta».
Non la butti sul tecnico. Avrebbe fatto lo stesso senza il jobs act?
«Sicuramente sì, perché per troppe volte il Parlamento ha tutelato qualcuno della casta. Anche quando abbiamo discusso la riforma costituzionale ero favorevole all`abolizione di ogni privilegio per i parlamentari».
Non risponde alla domanda. Se non ci fosse stato da votare la fiducia per il lavoro avrebbe fatto lo stesso?
 «Esattamente. Questa riforma è una diminuzione della tutela dei lavoratori. La direzione nazionale aveva allargato alla possibilità di garantire maggiormente dai licenziamenti illeciti, oltre che sul tema degli ammortizzatori sociali e sulle aperture alle richieste dei sindacati. Invece assistiamo a una nuova chiusura del governo al dialogo interno ed esterno al Pd».
 Visto? Lei ce l`ha con Renzi…
«Quando ho partecipato alle primarie, ampiamente vinte, mi sono presentato ai cittadini parlando di rispetto della legalità, di tutela dei lavoratori, di etica della politica, di riforma della giustizia e della normativa ambientale. Per rispondere a loro devo seguirei criteri e i principi che mi sono dato. Con i renziani veneziani e veneti ho un ottimo rapporto».
 E la fiducia al governo?
«È una decisione complicata e per certi versi drammatica…».
Addirittura?
«C`è un impegno a sostenere il governo, ma la tutela dei lavoratori è il mio impegno di una vita».
E quindi?
«Non posso votare a favore di una riforma che danneggi i lavoratori».
E poi che farà, resta nel Pd?
«Sarà una battaglia sempre più dura, ma quelli che mi hanno mandato in Senato me lo chiedono».
Pensa che a fare questa battaglia sarete in molti?
«C`è molto malessere nel partito che troverà modi diversi di esprimersi».
Dopo vede un solo Pd o una scissione?
«Questa soluzione non è proprio all`ordine del giorno».
Ha mai pensato di lasciare il Senato?
«Da Venezia ricevo solo solidarietà e richieste di continuare così».