Ho votato l’emendamento sui temi etici: era una mia proposta
Senatore Casson, è persa la sfida di voi dissidenti pd alla riforma di Renzi? Ormai è passato il Senato non elettivo, con il tetto fissato in cento senatori.
«La struttura portante del nuovo Palazzo Madama, dopo l`approvazione degli articoli 1 e 2, di certo ormai è disegnata. Non a caso la gran parte degli emendamenti si era concentrata giusto lì. Ora, non ne restano moltissimi».
Ha vinto Renzi?
«Abbiamo condotto una battaglia per mantenere vivo il principio del Senato elettivo, e sono sicuro che molti italiani l`avranno apprezzato. Ma prendo atto del voto della maggioranza, la democrazia è questa».
Però?
«Però quando si gioca un campionato, bisogna giocare tutte le partite. Anche se qualcuna l`hai già perduta».
La battaglia continua sul resto?
«Non sono domande da farsi: ovviamente sì. Sull`immunità, che va cancellata al Senato come alla Camera. Sulle firme per il referendum, che vanno ridotte. Sulla platea per l`elezione del capo dello Stato».
All`inizio sembrava la Caporetto di Renzi, col governo finito sotto su un emendamento leghista che anche lei aveva appoggiato, a scrutinio segreto.
«Nessuna congiura nell`ombra. Io in aula l`ho dichiarato apertamente che avrei votato a favore dell`emendamento Candiani. La sua richiesta di lasciare al Senato alcuni temi eticamente sensibili era identica alla mia proposta. Una battaglia di civiltà, piuttosto che una fronda alla riforma».
Non è contro la riforma in quanto tale?
«Molti aspetti mi stanno bene. La fine del bicameralismo, la fiducia politica solo da parte della Camera. E questione di contrappesi. L`elezione diretta dei senatori
era uno di questi».
Eppure pare che i suoi no abbiamo indispettito Renzi, al punto che sarebbe in gioco la sua candidatura a sindaco di Venezia.
«Non sono candidato a sindaco in questo momento, anche se molti cittadini me lo chiedono, e quindi non c`è nulla da bloccare».
«La struttura portante del nuovo Palazzo Madama, dopo l`approvazione degli articoli 1 e 2, di certo ormai è disegnata. Non a caso la gran parte degli emendamenti si era concentrata giusto lì. Ora, non ne restano moltissimi».
Ha vinto Renzi?
«Abbiamo condotto una battaglia per mantenere vivo il principio del Senato elettivo, e sono sicuro che molti italiani l`avranno apprezzato. Ma prendo atto del voto della maggioranza, la democrazia è questa».
Però?
«Però quando si gioca un campionato, bisogna giocare tutte le partite. Anche se qualcuna l`hai già perduta».
La battaglia continua sul resto?
«Non sono domande da farsi: ovviamente sì. Sull`immunità, che va cancellata al Senato come alla Camera. Sulle firme per il referendum, che vanno ridotte. Sulla platea per l`elezione del capo dello Stato».
All`inizio sembrava la Caporetto di Renzi, col governo finito sotto su un emendamento leghista che anche lei aveva appoggiato, a scrutinio segreto.
«Nessuna congiura nell`ombra. Io in aula l`ho dichiarato apertamente che avrei votato a favore dell`emendamento Candiani. La sua richiesta di lasciare al Senato alcuni temi eticamente sensibili era identica alla mia proposta. Una battaglia di civiltà, piuttosto che una fronda alla riforma».
Non è contro la riforma in quanto tale?
«Molti aspetti mi stanno bene. La fine del bicameralismo, la fiducia politica solo da parte della Camera. E questione di contrappesi. L`elezione diretta dei senatori
era uno di questi».
Eppure pare che i suoi no abbiamo indispettito Renzi, al punto che sarebbe in gioco la sua candidatura a sindaco di Venezia.
«Non sono candidato a sindaco in questo momento, anche se molti cittadini me lo chiedono, e quindi non c`è nulla da bloccare».