E’ un segnale, il governo è sotto assedio
Più che un attacco alle toghe, è un attacco al governo: il senatore democratico Felice Casson, politico che proviene dai ranghi della magistratura, analizza così la scelta del Pdl di presentare un emendamento al ddl istitutivo del comitato per le riforme, in cui si chiede di includere anche il titolo IV della Costituzione, sulla magistratura, tra quelli suscettibili di modifiche.
Benché la formulazione sia generica, sembra che il centrodestra voglia cogliere l`occasione delle riforme costituzionali, per mettere mano anche alla giustizia dalle fondamenta.
 «La formulazione non è così generica, perché intende spostare i termini della questione su un terreno sin qui escluso dall`ambito delle riforme. L`accordo per modificare alcune parti della Costituzione, era chiaro e non comprendeva il titolo IV. Introducendo il tema della giustizia, ora si avrà un effetto divisivo tra Pd e Pdl. Bisogna comprendere quali siano le ragioni di questa mossa».
 Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello ha minimizzato, parlando di un intervento quasi cautelativo, qualora la riforma lambisse anche altri ambiti della Costituzione.
«Più che un intervento cautelativo, a me pare un fucile puntato contro l`esecutivo. Il messaggio è: state attenti, noi abbiamo pronta l`arma della giustizia e potremmo anche usarla. In tale maniera, il Pdl pone un altro ostacolo sul cammino del governo. L`ha già fatto: prima con l`Imu, poi a proposito dell`Iva, adesso sulla giustizia. Poi ci sono le fibrillazioni causate dalle questioni personali di Silvio Berlusconi. Non può sfuggirci che c`è la volontà di minare il terreno, per far saltare l`esecutivo in qualsiasi momento».
O la volontà di limitare l`indipendenza delle toghe, come teme l`Anm?
 «Non credo si tratti solamente di questo. Quell`emendamento ha una natura politica. In questo scorcio di legislatura, in Senato, abbiamo verificato che i temi collegati alla giustizia ci dividono. Così è stato sul ddl presentato dall`allora senatore Pietro Grasso in materia di anticorruzione, per rendere più stringenti le norme all`acqua di rose, se non controproducenti, dell`ex Guardasigilli Paola Severino. Così è stato sull`abusivismo edilizio in Campania. O su altre proposte che avevano per oggetto magistrati, prescrizione e lotta alla criminalità. Su giustizia e legalità Pd e Pdl non vanno d`accordo. Ci si spacca. Figuriamoci la difficoltà di far passare modifiche della Costituzione, che hanno bisogno di maggioranze ampissime, su questa materia».
Eppure il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva detto chiaramente che non c`erano margini per intervenire sulla giustizia.
«Infatti. Parole che precedono e confermano quanto le sto dicendo. Sin dal suo primo discorso alle Camere, quando ha chiesto la fiducia per il suo governo. Era evidente che non volesse occuparsi di giustizia, proprio per evitare frizioni e occasioni di rottura all`interno della maggioranza. L`obiettivo era mantenere un profilo basso: mettiamo tra parentesi questo comparto, in attesa di tempi futuri e più opportuni, era il ragionamento. Il Pdl, invece, è intervenuto a gamba tesa, con un atto politico non casuale, non certo l`iniziativa di un singolo. L`emendamento è stato proposto dal capogruppo in commissione, e firmato dall`intera delegazione pidiellina». Si cerca di far rientrare dalla finestra quel che non passa dalla porta?
«Ripeto, la manovra secondo me è più ampia. Certo, le insofferenze per i processi peseranno, ma si sta preparando un assedio all`esecutivo».