“Nel Pd la sinistra si presenta, ancor più dopo il referendum, divisa, non protagonista. Non riguarda semplicemente gli equilibri interni, bensì la capacità del Pd di raccogliere forze e consensi per politiche riformiste. Al congresso è indispensabile unire le componenti di sinistra attorno a contenuti programmatici”.
Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti.
“In primo luogo – precisa Chiti – attorno al diritto ad un lavoro stabile e un welfare che abbia nell’istruzione-formazione e nella sanità fondamenti universalistici; al cambiamento delle politiche europee e al rilancio dell’Unione come democrazia sovranazionale; ad una concezione del partito che lo radichi nel territorio, costruisca reali sedi di discussione e decisione, valorizzi la militanza e realizzi ovunque l’albo degli elettori. Un partito moderno non può vivere come una confederazione di correnti, unito attorno al leader del momento. Su questa strada non si vince contro i populismi: perde qualsiasi leader se il partito esiste solo come un annuncio e dà il meglio di sé soltanto alle primarie. Di fronte a questi compiti la sinistra nel Pd non può presentarsi al congresso con due o tre progetti e candidati segretario: sarebbe una scelta imperdonabile nei confronti di chi guarda a noi. Bisogna realizzare una proposta unitaria. È questo l’invito che rivolgo anche a chi, deluso, si è ritirato dall’impegno nel Pd. È il momento di un impegno comune, convinto, appassionato”.