”La cancellazione del ministro degli Affari Europei, per un paese fondatore e alla vigilia del nostro semestre di presidenza, sia che le deleghe vadano agli Esteri sia ad un sottosegretario della Presidenza del Consiglio, e’ sbagliata: una regressione culturale e politica, un cattivo segnale anche dal punto di vista simbolico”. Lo affermano in una nota congiunta Michele Bordo e Vannino Chiti, presidenti delle commissioni Politiche dell’Unione Europea di Camera e Senato. ”L’Unione Europea – aggiungono – e’ il riferimento fondamentale della nostra azione: incide nel 70% della legislazione nazionale. Non e’ politica estera e merita ancor piu’ e non meno considerazione. Non e’ un caso se 26 membri dell’UE su 28, tutti tranne Belgio e Olanda, hanno un ministro per gli Affari Europei. A seguire i delicati dossier europei, rappresentando l’Italia, sara’ un sottosegretario, che non potra’ nemmeno presiedere il Consiglio Affari Generali durante il semestre, la cui responsabilita’ la legge affida a un ministro. Una diminutio evidente che non sfugge certo agli altri paesi. Inoltre, e’ sparito anche il ministro della Coesione territoriale: un errore dal momento che l’utilizzo virtuoso dei fondi europei e’ uno dei pochi strumenti per rilanciare lo sviluppo. Siamo il paese piu’ in ritardo nell’utilizzo delle risorse europee, le uniche che avremo nei prossimi anni”.

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