“Il nostro tempo sarà quello di una democrazia che supera i confini degli Stati nazione, qui da noi del definitivo e compiuto decollo dell’Unione Europea, oppure quello di una crisi irreversibile e di una scomparsa sostanziale della democrazia rappresentativa, ridotta ad un simulacro di forme. È questo il compito della sinistra europea, che deve essere una forza plurale, progressista, sovranazionale, formata da credenti e non credenti”.
Lo scrive il senatore del Pd Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche dell’Unione Europea, nel suo nuovo libro.
Vicini e lontani. L’incontro tra laici e cattolici nella parabola del riformismo italiano’, da oggi in libreria (Donzelli editore). Al centro del libro sono i rapporti di confronto-scontro tra gli altri laici, quelli non comunisti, e i cattolici. Diversi anni fa l’autore scrisse ‘Laici e cattolici’, nel quale analizzava il rapporto tra i laici della famiglia politica comunista e delle forze che avevano superato quell’esperienza, e il mondo cattolico.
“È sotto i nostri occhi – aggiunge Chiti – il procedere stentato del cammino europeo: l’Unione rischia di essere fagocitata dagli egoismi senza futuro degli Stati nazione. Se non si mettono le basi per costruire, tra i paesi che intanto sono disponibili, quelli dell’area euro che si sono dati una moneta unica, gli Stati Uniti d’Europa, la nostra voce sparirà tra i protagonisti del XXI secolo. Gli Stati nazione sono privi della possibilità di incidere sul destino del mondo: non sono in grado di assicurare la sicurezza ai cittadini del villaggio globale, né di contribuire al superamento dei conflitti e alla realizzazione della pace. Non hanno neppure gli strumenti per indirizzare lo sviluppo verso finalità che abbiano al centro la persona e l’ambiente”.