Legge elettorale insieme a 5 Stelle? Era ora!
La decisione dal M5S di aprirsi al dialogo sulla legge elettorale è un fatto positivo. Era ora! Il 25% dei voti ottenuto alle politiche del 2013 era stato vanificato da una opposizione aprioristica. In Parlamento invece si deve lavorare per far valere le proprie idee e raggiungere intese di merito, soprattutto sulla legge elettorale e le riforme della Costituzione. Finora Grillo aveva equiparato gli accordi sui contenuti agli inciuci.
Finalmente il Movimento chiede di incontrare il presidente del Consiglio su una propria proposta di legge elettorale, precisando che non si tratta di un prendere o lasciare ma di una disponibilità alla ‘collaborazione con chiunque, anche oltre il governo, voglia discuterla’. Della proposta del Movimento Cinque Stelle non condivido la scelta delle preferenze negative. Per me la scelta giusta sono i collegi uninominali o, in alternativa, le preferenze rispetto ad una pluralità di candidati, e l`uguaglianza di genere. Apprezzo la presenza di un correttivo maggioritario implicito che scaturisce dalla dimensione delle circoscrizioni per cui un partito che raggiunge circa il 40% dei voti può governare. Le soglie di sbarramento per l`ingresso in Parlamento sono però troppo alte, attorno al 10%.
Non sono d`accordo sull`assenza di un secondo turno per la conquista di un premio di governabilità, qualora nessuno raggiunga il 40%. Anzi, se vi fossero le condizioni politiche, la scelta giusta sarebbe quella di affidare il premio dì governabilità sempre ad un secondo turno, tra i primi due partiti o coalizioni.
Il mio auspicio in ogni caso è che l`apertura del Movimento possa estendersi ad altre materie, a partire dalle riforme costituzionali. Un ruolo importante dovrà averlo il Pd, per il peso che ha nel Paese, ancor più dopo il voto europeo: bisogna verificare sul serio la disponibilità, uscendo dalla logica di un asse preferenziale con Forza Italia, ricercando con coerenza l`accordo più ampio possibile. Già al Senato, per quanto occultata dalla presenza di migliaia di emendamenti, era emerso qualcosa di nuovo: M5S, senatori ‘dissidenti’ espulsi dal gruppo, Sel e con varie sfumature anche Ncd, Lega e Forza Italia avevano espresso un sostegno alla proposta di un Senato anche delle garanzie eletto dai cittadini contestualmente ai consigli regionali.
Un`ultima considerazione: come si comprende da quanto ho scritto, l`obiettivo che a me pare fondamentale è quello di coinvolgere nelle modifiche costituzionali il più ampio arco di forze, mostrando nei fatti la volontà di un confronto, rifiutando ogni diritto di veto. Al tempo stesso ritengo giusto che – anche se la riforma venisse approvata dal 99% dei parlamentari – si proceda ad un referendum confermativo, modificando l`attuale articolo 138. La Costituzione non è dei governi o dei parlamentari del momento: appartiene ai cittadini italiani. È bene che siano loro a dire l`ultima, decisiva parola.
Finalmente il Movimento chiede di incontrare il presidente del Consiglio su una propria proposta di legge elettorale, precisando che non si tratta di un prendere o lasciare ma di una disponibilità alla ‘collaborazione con chiunque, anche oltre il governo, voglia discuterla’. Della proposta del Movimento Cinque Stelle non condivido la scelta delle preferenze negative. Per me la scelta giusta sono i collegi uninominali o, in alternativa, le preferenze rispetto ad una pluralità di candidati, e l`uguaglianza di genere. Apprezzo la presenza di un correttivo maggioritario implicito che scaturisce dalla dimensione delle circoscrizioni per cui un partito che raggiunge circa il 40% dei voti può governare. Le soglie di sbarramento per l`ingresso in Parlamento sono però troppo alte, attorno al 10%.
Non sono d`accordo sull`assenza di un secondo turno per la conquista di un premio di governabilità, qualora nessuno raggiunga il 40%. Anzi, se vi fossero le condizioni politiche, la scelta giusta sarebbe quella di affidare il premio dì governabilità sempre ad un secondo turno, tra i primi due partiti o coalizioni.
Il mio auspicio in ogni caso è che l`apertura del Movimento possa estendersi ad altre materie, a partire dalle riforme costituzionali. Un ruolo importante dovrà averlo il Pd, per il peso che ha nel Paese, ancor più dopo il voto europeo: bisogna verificare sul serio la disponibilità, uscendo dalla logica di un asse preferenziale con Forza Italia, ricercando con coerenza l`accordo più ampio possibile. Già al Senato, per quanto occultata dalla presenza di migliaia di emendamenti, era emerso qualcosa di nuovo: M5S, senatori ‘dissidenti’ espulsi dal gruppo, Sel e con varie sfumature anche Ncd, Lega e Forza Italia avevano espresso un sostegno alla proposta di un Senato anche delle garanzie eletto dai cittadini contestualmente ai consigli regionali.
Un`ultima considerazione: come si comprende da quanto ho scritto, l`obiettivo che a me pare fondamentale è quello di coinvolgere nelle modifiche costituzionali il più ampio arco di forze, mostrando nei fatti la volontà di un confronto, rifiutando ogni diritto di veto. Al tempo stesso ritengo giusto che – anche se la riforma venisse approvata dal 99% dei parlamentari – si proceda ad un referendum confermativo, modificando l`attuale articolo 138. La Costituzione non è dei governi o dei parlamentari del momento: appartiene ai cittadini italiani. È bene che siano loro a dire l`ultima, decisiva parola.