Conosco da molto tempo
Carlo Fusaro, da quando
era deputato del Pri.
Lo stimo anche se spesso
abbiamo avuto valutazioni
diverse. La politica
ha senso se è dialogo: bisogna però
stare al merito senza inesattezze.
Nel nostro documento non vi
è alcun aumento del numero dei
senatori. Al contrario, la riforma,
che all`inizio prevedeva un Senato
di 150 membri, è stata modificata
accogliendo la nostra proposta:100
senatori. Indicare per la Camera 500
deputati anziché 630 è un`eresia
oppure assicurerebbe un migliore
equilibrio istituzionale? Non ci sono
le condizioni? Questo sarà oggetto
di verifica, non una rinuncia, che
sacrifica le impostazioni necessarie
ad approvare una buona riforma.
Aspetto decisivo è per me l`unità
del Pd: su questa base potremo
realizzare intese con la maggioranza
di governo e le opposizioni
disponibili ad una riforma che
archivi il bicameralismo paritario.
Da chi insegna diritto pubblico
mi aspetterei soprattutto
contributi nel merito.

L`iter iniziato in commissione al
Senato non è una terza lettura. La
Camera ha modificato il testo in
diversi aspetti: su di essi, almeno, è
ancora prima lettura. Né le nostre
proposte puntano a distruggere il
lavoro fatto: l`obiettivo è arricchirlo.
Un`intesa ampia eviterà un ping pong
di modifiche tra Camera e Senato,
che spesso porta a un niente di fatto.
Un Senato eletto direttamente
dai cittadini, in concomitanza con
il voto delle regionali, è ancora più
necessario dopo l`Italicum. Per
Fusaro è una legge elettorale di cui
andare fieri: io penso che si potesse

fare meglio, garantendo almeno
che la maggioranza dei deputati
venisse eletta dai cittadini.
In ogni caso dovremmo
essere tutti d`accordo sul fatto
che 1` Italicum ha cambiato
la forma di governo. Il Primo
ministro sarà eletto ed avrà una
maggioranza stabile alla Camera.
Ora occorrono – l`ha riconosciuto
lo stesso Renzi – ‘pesi e contrappesi’:
Fusaro li considera superflui, noi ci
lavoriamo con le nostre proposte.

Ribadisco che è urgente superare
il bicameralismo paritario: la
sola Camera darà la fiducia al
governo e avrà l`ultima parola
sulla gran parte delle leggi.
Pensiamo che sia importante
risolvere nodi come l`elezione del
Presidente della Repubblica, dare
alcune funzioni di controllo al
Senato, riflettere sui rapporti StatoRegioni.
In alcuni casi era equilibrata
la soluzione votata al Senato.
Dove sta lo scandalo? Nel ricercare
l`unità per le riforme? Nel volere che a
scegliere i senatori siano i cittadini?
Nel 2015 i cittadini non vogliono
più dare deleghe in bianco: è
una lezione che viene anche
dal referendum in Grecia.
Un Senato italiano di consiglieri
regionali e sindaci non sarebbe il
Bundesrat (non il Bundestag come
appare su L`Unità di ieri): nel Senato
tedesco siedono i rappresentanti
dei governi regionali e votano
in modo unitario. Noi avremmo
un Senato con i gruppi politici,
composto a seguito di accordi
all`interno dei Consigli regionali.

Senza arrivare al Giappone,
poniamoci una domanda: si intende
superare il bicameralismo paritario
o avere una sola Camera, eletta con
l`Italicum? È evidente come non
sia la stessa cosa, non per qualcuno
di noi, ma per la democrazia.


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