«L’apertura di Giorgio Tonini è stata una bella sorpresa. È la prima volta che non c’è la solita bordata di accuse di fronte a una proposta della minoranza». Vannino Chiti, uno dei capi della ‘rivolta’ dem al Senato, canta vittoria.
Con Tonini vi siete sentiti? È un’apertura reale?
«Ho letto le cose diverse che dice Guerini. Che dire? Posso solo sperare che, oltre alla rondine, arrivi anche la primavera. Noi un passo avanti lo abbiamo fatto e Tonini si muove nella direzione giusta. Per la prima volta, lo ribadisco, da parte della maggioranza del Pd c’è qualcuno che dimostra ascolto e comprensione».
Ma la presidente Finocchiaro ritiene che riaprire l’articolo 2, quello relativo alla composizione del Senato, sia sbagliato. Non si tornerebbe al punto di partenza?
«Conosco Finocchiaro da una vita, è una persona di cui ho stima e che rispetto. Ma in questo frangente sono rimasto sconcertato e anche deluso. Mi sarei aspettato che facesse lei il ‘Tonini’ prima di Tonini».
Perché Renzi dovrebbe darvi retta e cedere sull’articolo 2?
«Perché se accettano il principio del voto dei cittadini sui consiglieri-senatori, si può realizzare l’unità del Pd, l’unità della maggioranza di governo e anche una maggiore condivisione da parte di Sei, Forza Italia, Lega e M5s. Ci sarà in Senato un clima che consentirà aña riforma di andare avanti in modo serio e spedito».
Garantireste a quel punto una rapida approvazione nei tempi stabiliti da Renzi?
«Il termine del 2016 sarà rispettato e a quel punto il referendum, anziché momento di rottura, potrà essere il sigilo finale di un nuovo patto fondativo tra i cittadini e le istituzioni».
La proposta insomma è quella del listino avanzata a suo tempo da Quagliariello?
«All’inizio forse, ma Quagliariello non tiene una posizione per più di 48 ore. Diciamo che ci sarebbero due schede, una per i consiglieri e una per i senatori, ma questi ultimi farebbero comunque parte del consiglio regionale».
Con Tonini vi siete sentiti? È un’apertura reale?
«Ho letto le cose diverse che dice Guerini. Che dire? Posso solo sperare che, oltre alla rondine, arrivi anche la primavera. Noi un passo avanti lo abbiamo fatto e Tonini si muove nella direzione giusta. Per la prima volta, lo ribadisco, da parte della maggioranza del Pd c’è qualcuno che dimostra ascolto e comprensione».
Ma la presidente Finocchiaro ritiene che riaprire l’articolo 2, quello relativo alla composizione del Senato, sia sbagliato. Non si tornerebbe al punto di partenza?
«Conosco Finocchiaro da una vita, è una persona di cui ho stima e che rispetto. Ma in questo frangente sono rimasto sconcertato e anche deluso. Mi sarei aspettato che facesse lei il ‘Tonini’ prima di Tonini».
Perché Renzi dovrebbe darvi retta e cedere sull’articolo 2?
«Perché se accettano il principio del voto dei cittadini sui consiglieri-senatori, si può realizzare l’unità del Pd, l’unità della maggioranza di governo e anche una maggiore condivisione da parte di Sei, Forza Italia, Lega e M5s. Ci sarà in Senato un clima che consentirà aña riforma di andare avanti in modo serio e spedito».
Garantireste a quel punto una rapida approvazione nei tempi stabiliti da Renzi?
«Il termine del 2016 sarà rispettato e a quel punto il referendum, anziché momento di rottura, potrà essere il sigilo finale di un nuovo patto fondativo tra i cittadini e le istituzioni».
La proposta insomma è quella del listino avanzata a suo tempo da Quagliariello?
«All’inizio forse, ma Quagliariello non tiene una posizione per più di 48 ore. Diciamo che ci sarebbero due schede, una per i consiglieri e una per i senatori, ma questi ultimi farebbero comunque parte del consiglio regionale».