“Voterò Sì al referendum. Lo faccio per una coerenza con il voto in Parlamento che sulla riforma costituzionale divenne positivo, dopo che non avevo votato il primo Ddl, per quattro modifiche rilevanti: cambiamento delle regole per l’elezione del presidente della Repubblica e di 5 giudici della Corte Costituzionale; la scelta da parte dei cittadini dei consiglieri-senatori; l’introduzione dei referendum propositivi e l’abbassamento del quorum per la validità di quello abrogativo”.
Lo scrive il senatore del Pd Vannino Chiti in un articolo pubblicato oggi da L’Unità.
“In caso di vittoria dei No -aggiunge Chiti – è difficile in 12 mesi realizzare una riforma costituzionale che consenta di non vanificare anche questa legislatura: diviene impossibile se il fronte del NO è privo di un progetto condiviso. Massimo D’Alema ha annunciato una proposta: fiducia attribuita alla sola Camera, riduzione del numero dei senatori e dei deputati, un comitato di conciliazione per il procedimento legislativo. Chi l’assume senza ambiguità? Sel, M5S, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia? Si esprimano con chiarezza i gruppi parlamentari. Questo potrebbe essere un ‘Patto’ per il dopo referendum: nel caso di vittoria del Sì, impegno comune per realizzare rapidamente la legge elettorale per il nuovo Senato e l’attuazione dei referendum. Se vinceranno i NO, decisioni convergenti e rapide per superare il bicameralismo paritario e ridurre il numero di deputati e senatori. È un percorso utile per non far scadere la politica a rissa tra fazioni “.
 


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