A casa di Monica Cirinnà, una tazza di tisana sul tavolo e il continuo bip dei messaggi sul cellulare: «Monica non mollare!»; «Monica non arrenderti!». No, non mollerà la senatrice come aveva detto fuori dall`aula in uno sfogo: «Sono al servizio di una grande causa, non posso lasciare per ora». Il «tradimento» dei 5stelle brucia, eccome se brucia: «Sono ferita soprattutto dal punto di vista umano». Nel cellulare ci sono ancora gli sms di Alberto Airola: «Tutto ok voteremo il canguro, intero o spacchettato». Scuote la testa: «Mi scrivevano così solo poche ore prima del voltafaccia. La democrazia è anche coraggio. Loro non ne hanno avuto. E bastata la telefonata notturna di Di Maio e hanno rinnegato due anni di lavoro insieme».
Senatrice Cirinnà quando ha capito come si metteva?
«Nell`aula di martedì ho fiutato improvvisamente odore di sangue, ho visto i capannelli dei 5stelle, ho intuito che stavano per sfilarsi. Ed è lì che si sono scatenate, trasversalmente, le forze peggiori, anche dentro di noi».
Una sensazione di solitudine?
«No, non mi sento sola, né scaricata, né abbandonata. Sono andata dal notaio a firmare un programma, quello del Pd di Renzi, che prevede le unioni civili sul modello tedesco e la stepchild adoption. Io non ho cambiato idea. Forse lo hanno fatto alcuni colleghi del Pd che stanno riproponendo una questione cattolica che non c`entra assolutamente con la materia che stiamo discutendo. Voglio però ricordare che il mio testo è stato redatto nella stanza del senatore Tonini e c`era anche Giuseppe Lumia, capogruppo in commissione Giustizia. Ho condiviso ogni passo con i 9 colleghi del Pd in commissione. Insieme abbiamo vissuto quel lungo Vietnam, con Giovanardi, Malan e Gasparri sulle barricate ad ogni ora del giorno e della notte. Insieme abbiamo trovato un punto di equilibrio sottoscritto ad ottobre da oltre 70 senatori del nostro partito».
E Renzi?
«Giuro sui miei cani che Renzi non mi ha mai detto: “Monica fermati”, anzi mi ha incitato ad andare avanti. Lui, la Boschi, Campana, Scalfarotto, li ho sentiti molto vicini».
Avete fatto i conti senza l`oste.
«Purtroppo c`è stato il tradimento di colleghi con i quali abbiamo lavorato per due anni fianco a fianco. Ci hanno preso in giro da subito? Non credo. Io credo piuttosto che Airola e Maurizio Buccarella siano stati leali finché hanno potuto, finché non è arrivato il diktat notturno di Di Maio. Non c`è nulla di più stalinista di aver costretto Airola martedì scorso a smentire due anni di percorso conciviso. Pur di nuocere al Pd hanno perso l`opportunità di scrivere un pezzo di storia dei diritti umani e civili di questo Paese».
E adesso?
E adesso questa interruzione di una settimana serve a non sfracellarsi, a prendere il pallottoliere e fare un po` di conti sui numeri che ci servono per portare a casa il risultato».
ll testo si può modificare?
«Il testo è quello pubblicato sul sito del Senato. Per il Pd, questa è la partita della vita. Spero che si arrivi fino in fondo ma una cosa è certa: non lascerò che il mio nome sia associato ad una legge porcata. Lo devo a chi crede in me. Lo devo a ragazzi come Filippo e Francesco. Guardi cosa mi scrivono: “Per la prima volta qualcuno ha parlato di noi come esseri umani. Grazie Monica”. Ho fatto molto volontariato in Africa. C`è un proverbio che dice: “Quando gli elefanti combattono, la peggio ce l`ha sempre il prato”. Loro, gli uomini e le donne che si amano e non sono riconosciuti dallo Stato, sono il prato».
Non le sembra che il Canguro non sia uno strumento entusiasmante dal punto di vista democratico?
«Quando ci sono di mezzo i diritti delle persone, il riconoscimento del tuo bambino, il Canguro si può anche ingoiare».
Airola dice che si potevano discutere gli emendamenti della Lega, visto che ne erano rimasti “solo” 580.
«l 5stelle non sanno di che parlano. Calderoli, che è un maestro in questo, ha preparato un terreno seminato di trappole. Se muore il Canguro è morta la legge».