Cosa vuole dire, senatrice Monica Cirinnà?
«Che le famiglie esistono e sono plurali, lui non può non vedere le famiglie gay. Anzi, siccome è un ministro della Repubblica italiana , e ha giurato sulla Costituzione, ha l’obbligo di prendersi le sue responsabilità anche nei confronti delle famiglie gay. E intendo responsabilità nel senso latino del termine, ovvero responsus, dare risposte».
Il nuovo ministro della Famiglia Fontana ha detto che le famiglie arcobaleno per la legge non esistono, in questo momento…
«Certo non è che puoi prendere una legge e scriverci dentro: adesso esistono le famiglie Arcobaleno».
E quindi?
«Al ministro sarebbe bastato leggere la legge numero 76 del 2016 Quella che porta il mio nome, per capirci»
Cioè la legge sulle Unioni civili?
«Già. Proprio ieri in Campidoglio ho sposato due uomini e ho letto loro il comma 11 e il comma 12».
E cosa dicono?
«Leggiamo l’incipit del comma 12: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare…”. Si parla di vita familiare, esplicitamente. Se poi si legge il resto si capisce ancora meglio. Ma non solo…»
Cosa altro?
«La pluralità dei modelli familiari non è riconosciuta soltanto dalla legge Cirinnà, ma anche da consolidate giurisprudenze europee e della nostra Corte di Cassazione. Ei sono un esempio».
Di cosa?
«Di pluralità di modelli familiari. Ieri in Campidoglio ho sposato due uomini. Oggi sto andando in Calabria per sposare un uomo e una donna».