“Voglio dedicare il mio intervento all’Europa della democrazia e dei diritti. Per due motivi: perché democrazia e diritti – civili e sociali – contraddistinguono l’identità dell’Europa “unita nelle diversità”, come recita il motto dell’Unione. E differenziano l’Europa – storicamente e culturalmente – da altri spazi politici. Qualcosa di cui essere orgogliosi, in questo tempo così difficile, e perché l’Europa dei diritti, oggi, è minacciata. Ed è fondamentale che l’Italia faccia sentire con forza la propria voce su questo, anche grazie all’opera e all’iniziativa del nuovo governo, all’autorevolezza del suo presidente e dei suoi membri.
Il Presidente Draghi è un italiano che ha frequentato l’Europa, respirando quell’aria di diritti e democrazia, le aperture al riconoscimento delle diversità, l’emancipazione delle donne, l’eguaglianza.
Per questo chiedo a Draghi, alle colleghe e ai colleghi di rivolgere lo sguardo al di là dei nostri confini: di guardare quel che sta accadendo in Polonia e in Ungheria, o quel che solo pochi giorni fa è accaduto alle porte dell’Europa, nella Turchia di Erdogan o nell’Egitto di Al Sisi.
Si sta alzando una nube scura, fosca, che minaccia l’Europa della democrazia e dei diritti. La Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul, strumento fondamentale di tutela delle donne dalla violenza domestica e di genere. Lo ha fatto usando argomenti ideologici e strumentali, privi di ogni fondamento; la Polonia minaccia di fare lo stesso, e addirittura si prepara a proporre una convenzione internazionale per la difesa della cosiddetta famiglia tradizionale, contro la libertà femminile e l’eguaglianza delle persone LGBT+. Sempre in Polonia, esistono ormai da mesi zone in cui alle persone LGBT+ non è consentito entrare. E in Ungheria, il tempo della pandemia è stato il tempo dei pieni poteri di Orban, che fin dal primo momento si sono diretti contro le persone trans e la loro dignità.
A questa nube, l’Europa cerca di resistere.
La Commissione europea negli scorsi mesi ha proposto una Strategia per la piena eguaglianza delle persone LGBT+ da far valere nei confronti di tutti gli stati membri.
Il Parlamento europeo, con l’approvazione recente della Risoluzione che proclama l’Europa zona di libertà PER le persone LGBT+, ha provato a mettere un argine, ribadendo che la pari dignità di tutte le persone è parte integrante dell’identità politica e culturale dell’Europa, e che non c’è spazio per la discriminazione e la violenza omotransfobica. Una boccata d’aria fresca per tutte quelle persone LGBT+ che, in Italia, ancora attendono l’approvazione della legge contro l’omotransfobia (e anche su questo, Presidente Draghi, mi permetto di rivolgere un appello a lei, al Governo e a tutto il Senato: non possiamo più aspettare!).
Adesso è necessario che anche i governi degli Stati membri facciano la loro parte, sostenendo la risoluzione del Parlamento europeo e prendendo sul serio queste minacce alla libertà e all’eguaglianza. Ed è fondamentale che, in questo percorso, l’Italia faccia sentire la propria voce senza esitare, senza avere paura, senza timidezze. Per farlo, però, deve poter essere pienamente credibile, anche all’interno. Rivolgo allora un appello a Draghi: sia il portavoce di un’Italia coerentemente europea”. Così la senatrice del Pd Monica Cirinnà nel suo intervento in aula sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio europeo.