‘Il dibattito di oggi sulla legge europea ha messo in evidenza la grande differenza tra chi vaneggia di un’Italia fuori dall’Europa, fuori dall’euro, fuori dal sistema finanziario e dal ciclo dei finanziamenti e chi invece si oppone a questa visione che porterebbe inevitabilmente al declino del nostro Paese’.
Così il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, Capogruppo in Commissione Politiche dell’Europa a Palazzo Madama, intervenendo in aula in dichiarazione di voto sul provvedimento.
‘Diciamo no a chi si ispira al modello Varoufakis fatto di vittimismi e piagnistei, che pretende comprensione e non rispetta le regole – sottolinea l’esponente pd – Ma è ingiusto parlare di mancato confronto con l’opposizione, chiunque ha partecipato ai lavori in Commissione ha visto con quanta determinazione il partito di maggioranza abbia cercato in tutte le occasioni, come per altri provvedimenti, il dialogo con tutti modificando più volte i testi delle risoluzioni per poter accogliere emendamenti e ordini del giorno delle opposizioni. Peccato che molto spesso, una volta cambiato il testo gli stessi membri della Commissione che avevano chiesto modifiche, adducendo altre presunte criticità, abbiano annunciato di non essere disposti a votare la risoluzione. Questo tipo di atteggiamento, per la grande responsabilità che abbiamo come parlamentari, non è accettabile’.
‘Il governo Renzi ha posto come principio del proprio operato la sobrietà. Ma non si è limitato al rispetto delle regole di Maastricht ma anche ai parametri della crescita. Dobbiamo stare in Europa a testa alta – ha proseguito Cociancich – ed è stupefacente che certe critiche vengano mosse da esponenti della Lega il cui leader, Matteo Salvini, ha il record di assenza dall’Europarlamento di cui è membro e che confonde la Corte di giustizia con la Corte dei diritti dell’uomo, Noi non accettiamo lezioni sull’Europa né dalla Lega, né da coloro che attraverso i propri rappresentanti hanno approvato la logica di austerità di Bruxelles degli ultimi anni, e che a noi non va bene, e che criticano l’azione europeista del governo Renzi dimenticando che sono stati loro a votare le politiche di rigore che l’Italia cerca di rispettare ma senza cedere sulla richiesta di puntare sulla crescita’.
Così il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, Capogruppo in Commissione Politiche dell’Europa a Palazzo Madama, intervenendo in aula in dichiarazione di voto sul provvedimento.
‘Diciamo no a chi si ispira al modello Varoufakis fatto di vittimismi e piagnistei, che pretende comprensione e non rispetta le regole – sottolinea l’esponente pd – Ma è ingiusto parlare di mancato confronto con l’opposizione, chiunque ha partecipato ai lavori in Commissione ha visto con quanta determinazione il partito di maggioranza abbia cercato in tutte le occasioni, come per altri provvedimenti, il dialogo con tutti modificando più volte i testi delle risoluzioni per poter accogliere emendamenti e ordini del giorno delle opposizioni. Peccato che molto spesso, una volta cambiato il testo gli stessi membri della Commissione che avevano chiesto modifiche, adducendo altre presunte criticità, abbiano annunciato di non essere disposti a votare la risoluzione. Questo tipo di atteggiamento, per la grande responsabilità che abbiamo come parlamentari, non è accettabile’.
‘Il governo Renzi ha posto come principio del proprio operato la sobrietà. Ma non si è limitato al rispetto delle regole di Maastricht ma anche ai parametri della crescita. Dobbiamo stare in Europa a testa alta – ha proseguito Cociancich – ed è stupefacente che certe critiche vengano mosse da esponenti della Lega il cui leader, Matteo Salvini, ha il record di assenza dall’Europarlamento di cui è membro e che confonde la Corte di giustizia con la Corte dei diritti dell’uomo, Noi non accettiamo lezioni sull’Europa né dalla Lega, né da coloro che attraverso i propri rappresentanti hanno approvato la logica di austerità di Bruxelles degli ultimi anni, e che a noi non va bene, e che criticano l’azione europeista del governo Renzi dimenticando che sono stati loro a votare le politiche di rigore che l’Italia cerca di rispettare ma senza cedere sulla richiesta di puntare sulla crescita’.