Da un’inchiesta della trasmissione televisiva Report si apprende che Felice Maniero, il bandito della ‘mala del Brenta’, “avrebbe la residenza in un paesino del Veneto, Campolongo Maggiore (Venezia), dove è nato e cresciuto, ma sorprendentemente il suo indirizzo di residenza corrisponde a quello di un rifugio per senzatetto, ovvero ad un indirizzo fittizio che l’amministrazione riserva proprio ai senza fissa dimora. Ma la cosa più singolare è che, attraverso una finta identità (Luca Mori), pare sia il rappresentate legale di una società che opera nel settore delle acque depurate e che fa affari con la pubblica amministrazione, utilizzando anche ‘marchi ministeriali’”. Lo scrive il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione parlamentare antimafia, in un’interrogazione al governo.
Nell’atto di sindacato ispettivo Lumia chiede: “quale sia la posizione di Felice Maniero oggi nei confronti della giustizia; se corrisponda al vero il fatto che il figlio è titolare di rapporti di collaborazione con la pubblica amministrazione locale, regionale e nazionale e di che tipo; se il Ministero delle politiche agricole intenda chiarire in modo inequivocabile la sua posizione rispetto alle dichiarazioni rese dallo stesso Maniero”, che conferma la concessione del patrocinio da parte del Ministero.

Segue testo interrogazione

 Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dello sviluppo economico e della giustizia. –

Premesso che:


Felice Maniero, l’ex boss della “mala del Brenta”, soprannominato “faccia d’angelo” dal luglio 2010 è in regime di semilibertà, con una nuova identità. Nella sua lunga carriera criminale ha commesso rapine, assalti a portavalori, colpi in banche e uffici postali ed è stato accusato di omicidi, traffico d’armi, soprattutto con la vicina ex Jugoslavia, droga e associazione mafiosa;


arrestato nel 1980, evase due volte. Fu condannato a 33 anni, ma la pena gli venne ridotta a 20 anni e 4 mesi. Nel febbraio del 1995 decise di collaborare con la giustizia. Da lì in avanti per lui iniziò una nuova vita fino all’ottenimento del regime di semilibertà nel 2010;


in questi giorni si torna a parlare di lui, perché la trasmissione televisiva “Report” andata in onda il 7 giugno 2015, ha fatto emergere fatti molto interessanti sulla sua nuova vita. Maniero, il bandito con il volto da bambino, avrebbe la residenza in un paesino del Veneto, Campolongo Maggiore (Venezia), dove è nato e cresciuto, ma sorprendentemente il suo indirizzo di residenza corrisponde a quello di un rifugio per senzatetto, ovvero ad un indirizzo fittizio che l’amministrazione riserva proprio ai senza fissa dimora. Ma la cosa più singolare è che, attraverso una finta identità (Luca Mori), pare sia il rappresentate legale di una società che opera nel settore delle acque depurate e che fa affari con la pubblica amministrazione, utilizzando anche “marchi ministeriali”;


Maniero nel settore delle acque depurate possiede un paio di brevetti sul filtraggio delle acque e la società di cui è titolare con il figlio fa ottimi affari con le amministrazioni pubbliche dall’Emilia-Romagna alla Puglia. Tutto questo a quanto risulta all’interrogante grazie al patrocinio del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che tra l’altro non dovrebbe concedere patrocini ad aziende con fini di lucro, e il bollo del Ministero dello sviluppo economico. I vertici dei Ministeri hanno negato di aver concesso patrocini. Maniero, con la spavalderia che lo ha sempre contraddistinto, ha così replicato: “Nessun sotterfugio, non c’è niente… Si immagini se io vado a fare sotterfugi o robe non legali” e di fronte alla smentita che arriva da Roma sulla concessione del patrocinio, Maniero precisa: “Non sono un bugiardo, il ministero è un furbacchione. Io ex, ex di tutto, di bande armate… sono sincero, il ministero è proprio un pinocchio lungo quanto una casa”,


si chiede di sapere:


quale sia la posizione di Felice Maniero oggi nei confronti della giustizia;


se corrisponda al vero il fatto che il figlio è titolare di rapporti di collaborazione con la pubblica amministrazione locale, regionale e nazionale e di che tipo;


se il Ministero delle politiche agricole intenda chiarire in modo inequivocabile la sua posizione rispetto alle dichiarazioni rese dallo stesso Maniero.

 

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