“La riforma del Codice antimafia procede e si appresta a diventare una realtà. I beni confiscati possono finalmente diventare una risorsa trasparente e al servizio dello sviluppo e della promozione del lavoro. Non più una realtà fallimentare, il più delle volte mal gestita”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, relatore del provvedimento.
“Anche il processo di prevenzione personale e patrimoniale migliora, è più garantito ed efficace, in grado di superare i rilievi che a livello nazionale ed europeo spesso sono stati posti – spiega – Trenta articoli di qualità, condivisi e in grado di implementare una lotta alla mafia che nel nostro Paese deve scatenare reazioni unitarie e di comune responsabilità”.
“Per quanto riguarda il tanto discusso articolo 1 – aggiunge – nel quale sono stati introdotti i reati di corruzione all’interno del vasto novero dei reati per cui già oggi è possibile applicare restrizioni patrimoniali sottolineo che abbiamo apportato una correzione in grado di sciogliere molti dei dubbi che sono stati sollevati, senza rinunciare a uno strumento indispensabile e qualificante come la lotta alla corruzione”.
“E’ bene ricordare che già oggi nel Codice antimafia, tra i reati a cui si possono applicare gli strumenti severi del sequestro e confisca dei beni, già esistono decine di reati che nulla hanno a che spartire con quelli di mafia: da quelli della violenza sportiva a quelli della contraffazione, dalla droga ai reati di immigrazione alla lotta gli abusi sessuali sui minori. Il sistema non ha subito ripercussioni giurisprudenziali nè a livello costituzionale nè di Cassazione. Tutti questi reati sono caratterizzati da un’elevata pericolosità sociale come, su questo penso dovremmo concordare tutti, è la corruzione”.
“Adesso – conclude Lumia – la riflessione può ritornare ad essere di merito e può giungere al risultato finale con il lavoro della Camera che è stata sempre coinvolta in tutti i cambiamenti e modificazioni che abbiamo apportato”.


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