Il Garante per l’Infanzia indaghi su quanto avvenuto nelle mense scolastiche di Lodi”. E’ quanto chiedono i senatori Pd con una lettera inviata dall vicepresidente del Gruppo, Simona Malpezzi, alla dott. Filomena Albano. Questo il testo della missiva:
“Illustre Garante, come certamente saprà, alcuni mesi fa, il Comune di Lodi ha approvato il nuovo regolamento per l’accesso ai servizi accessori della scuola, come mense e scuolabus. Il nuovo regolamento stabilisce che, “ai fini dell’accoglimento della domanda”, vengano considerati “anche i redditi ed i beni immobili o mobili registrati disciplinati dall’articolo 816 del Codice civile, eventualmente posseduti all’estero e non dichiarati in Italia”. E, inoltre, precisa che “i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre – anche in caso di assenza di redditi o beni immobili o mobili registrati – la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato esterno – corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana che ne attesti la conformità”.
I cittadini che non possono produrre tale documentazione sono obbligati a pagare il massimo delle tariffe per l’accesso alla mensa scolastica o al servizio di scuolabus, e sono, dunque, privati della possibilità di beneficiare di ogni agevolazione.
Ai nostri occhi appare del tutto evidente la volontà discriminatoria di escludere dall’accesso a tali servizi tutti i nuclei familiari dove compare anche solo un extracomunitario poiché la certificazione patrimoniale è una pratica inesistente in diversi Paesi, tra cui Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, mentre è di fatto impossibile da ottenere in altri Paesi come Senegal, Marocco, Kenya, Ecuador o Egitto. Se l’obiettivo dell’Amministrazione comunale fosse stato quello di verificare i requisiti reddituali e patrimoniali delle famiglie residenti, sarebbe stato sufficiente predisporre un elenco preciso dei Paesi esenti per i quali risultasse impossibile effettuare i controlli prescritti, evitando le discriminazioni in atto.
Oggi ai bambini figli di migranti residenti nel Comune di Lodi è negata di fatto la possibilità di usufruire di questi servizi con le agevolazioni a cui avrebbero diritto.
A Lodi stanno violando il Diritto all’educazione e il Superiore interesse del bambino che è un principio sancito dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo e che è legge dello Stato italiano dal 1991.
Pertanto, le chiediamo di mettere in campo tutte le iniziative a sua disposizione per impedire il protrarsi di tali insopportabili discriminazioni e violazioni dei diritti dei minori”.


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