“La sindrome dell’alienazione parentale va messa al bando e tolta per sempre dai tribunali: così come abbiamo chiesto l’archiviazione del ddl Pillon, che prevede l’applicazione della Pas, chiediamo anche che questa pratica non sia mai più applicata nelle pronunce di affido. La Pas infatti viene adottata come criterio per valutare la responsabilità genitoriale dai tribunali nonostante mai sia stata riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale, ed è pericolosissima soprattutto nei casi di violenza sulle donne e ancora di più per bambini: è una doppia violenza per entrambi. I minori e i loro interessi vanno anteposti anche al diritto stesso alla genitorialità: il loro benessere e la loro serenità nel processo evolutivo vanno messi al primo posto, anche in attuazione di tutte le convenzioni internazionali sui diritti dei minori ratificate dall’Italia”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio.
“Le donne che denunciano – prosegue Valente – devono essere protette e i loro figli non possono mai essere usati come arma di ricatto nei conflitti tra genitori: troppo spesso invece purtroppo accadono situazioni simili alla vicenda di Laura Massaro, dove le madri che denunciano rischiano di essere vittimizzate ulteriormente togliendo loro i figli, utilizzando la sindrome Pas che nonostante due sentenze della Cassazione contrarie, continua ad essere applicata dai giudici. Come commissione di inchiesta sul Femminicidio stiamo lavorando affinché non ci siano mai più casi di madri separate dai figli sulla base di consulenze d’ufficio incapaci di riconoscere la violenza, mai più giudici che si attengono a quelle consulenze in maniera burocratica o che guidino quelle stesse con questionari poco efficaci per far emergere la violenza, come invece richiede la convenzione di Istanbul. E’ chiaro che esiste un vulnus da sanare, e di corsa”.


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