“Marianna Manduca é stata uccisa dal marito nel 2007, nonostante le sue dodici denunce contro il coniuge. Adesso la Corte di appello di Messina ha revocato il risarcimento che era stato corrisposto ai suoi figli. Se lo Stato non poteva fare nulla per salvare Marianna, i suoi bambini non hanno diritto ad essere risarciti. Sembra un’inaccettabile resa dello Stato di fronte ad una drammatica ingiustizia. Una sentenza che, dopo le molte altre di queste settimane, se da un lato ferisce profondamente per l’ennesima volta la coscienza civile di ognuno di noi, dall’altro impone a tutti una riflessione seria e non istintiva “. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.
“E’ necessario rafforzare le norme? – prosegue Valente – Esiste una questione relativa alla discrezionalità del giudice? Esiste un problema di formazione e cultura degli operatori coinvolti? Forse sì. È giunta l’ora di affrontare queste falle che rischiano di aggravare il fenomeno dei femminicidi e della violenza di genere, che dall’inizio dell’anno conta 12 donne uccise. Nella Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio lavoreremo su questo, a partire dai risultati di questo organismo nella passata legislatura. Serve un’alleanza tra tutti i soggetti interessati e va cambiato il clima culturale che si respira nel Paese. Per questo non possono essere accettati tentativi che rischiano di far regredire sul terreno dei diritti e delle libertà il grado di avanzamento e progresso dell’Italia”.


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