“Io non faccio commenti a una
pronuncia. Evidentemente i giudici hanno utilizzato le loro conoscenze
per trarre le conclusioni. Io ho un approccio totalmente agnostico e
neutrale”. A dichiararlo all’Adnkronos Salute è il professore di
microbiologia e senatore Pd Andrea CRISANTI, dopo che il tribunale dei
ministri ha archiviato l’inchiesta nei confronti dell’ex presidente
del Consiglio Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto
Speranza, indagati a Bergamo per omicidio colposo ed epidemia colposa
per la gestione delle prime fasi della pandemia.
CRISANTI, che ha firmato la maxi consulenza per la procura bergamasca,
tiene a precisare: “A me sono stati posti dei quesiti e io ho risposto
a quelli. Sicuramente – chiarisce – tra i quesiti non c’era quello di
stabilire se gli oltre 50 deceduti, parenti dei denuncianti, fossero
fra quei decessi che si sarebbero potuti evitare, fra i 4mila
calcolati come eccesso di mortalità. Perché in tal caso bisognava fare
uno studio completamente diverso. Non ci sono dubbi, poi, che
anticipare la zona rossa avrebbe risparmiato tantissime vite. Ma sono
due domande diverse”.
“I modelli matematici – incalza CRISANTI – sono molto precisi, pur
avendo un margine di incertezza. Quello che abbiamo proposto”, sui
morti e sul possibile impatto della mancata zona rossa, “aveva un
livello di confidenza del 95%. Quindi c’era il 95% di probabilità che
effettivamente quel numero fosse reale, con una differenza statistica
del 5%”. CRISANTI ribadisce infine il valore della sua perizia come
“un tentativo di verità e non un atto di accusa”, come detto in
passato. “Purtroppo spesso si confonde questo – osserva – La perizia è
un documento molto tecnico. Io al di fuori di questo non posso dire
niente, sono una parte totalmente neutrale e agnostica”.


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