Per me quella frase è reato di diffammazione, se Cècile avesse querelato sarebbe stato diverso
Senatore Giuseppe Giacca, avvocato di Nuoro. Calderoli aveva detto: ‘La Kyenge sembra un orango’, e voi del Pd l`avete assolto. Come lo spiega ai suoi elettori?
«Ma non l`abbiamo assolto. Abbiamo solo respinto la richiesta del senatore Crimi che sosteneva che la frase non rientrasse nelle prerogative dell`articolo 68, sulla libertà d`espressione del parlamentare».
Lei invece l`ha definita una ‘critica politica’.
«Non mi ci riconosco».
Dal verbale: ‘La frase va valutata nell`ambito di un particolare contesto di critica politica’.
«Questi verbali sono sintetizzati in una forma troppo sincopata. Concordo con il collega Moscardelli: la frase è stata estrapolata da un contesto politico, ovvero un comizio». ‘Spesso nella satira si paragonano persone ad animali, senza che tali circostanze diano luogo a fattispecie criminose’.
Nemmeno in questa frase si riconosce?
«Mi riferivo a un famoso esempio nel quale Sgarbi aveva dato dell`asino a non so chi…».
 Ma per lei dare dell`orango è come dare del somaro?
«No, non è la stessa cosa. Infatti la frase di Calderoli è gravissima. Tutti noi l`abbiamo sottolineato, senza esitazioni, pubblicamente. Perfino lui in audizione ha ammesso di avere detto una porcheria». 
E allora perché l`avete ritenuta insindacabile?
«Per me integra il reato di diffamazione. Solo che manca la querela di Cécile Kyenge, e quindi noi eravamo chiamati a valutare la richiesta del tribunale di procedere nei confronti di Calderoli per istigazione all`odio razziale, un reato d`ufficio».
Insisto: perché quella frase non è razzismo?
«In questo caso abbiamo ritenuto che non fosse ravvisabile l`elemento del dolo».
 Resta il fatto che avete negato l`autorizzazione. Non prova imbarazzo?
 «Guardi, tutta la mia storia è quella di un democratico sincero, di anti-razzista, e ora questa polemica mi amareggia moltissimo. Ma noi dovevamo solovalutare la richiesta da un punto di vista del diritto».
Quindi non lo reputa un errore politico?
«Ma lei continua a confondere il piano politico con quello giuridico. La Giunta è un organo giurisdizionale».
Ma lei è un senatore del Pd!
«Ho sempre agito secondo coscienza, se ci fosse stata la querela avremmo accolto la richiesta dei giudici».
L`onorevole Kyenge si sente abbandonata dal suo stesso partito. Non ha ragione?
 «A Cécile vorrei dire: nessuno di noi ha mai pensato di sminuire la portata dell`offesa».
Il Pd annuncia che in aula rovescerà il verdetto. Rifarebbe tutto?
«Mi sono attenuto al rispetto del principio di legalità. Non spetta a me decidere sull`aula, prendo atto che il partito cambia giudizio».

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