Utilizzare i proventi del nuovo metodo internazionale di calcolo del Pil per correggere immediatamente l’errore della cosiddetta ‘Quota ’96’, ovvero la situazione di 4000 lavoratori della scuola nati tra il 1951 e il 1952 che, per effetto della legge Fornero, hanno subito l’allungamento della permanenza al lavoro di un periodo tra i 2 e i 7 anni. E’ l’idea che lancia la senatrice del Pd Laura Puppato, che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Economia, sottoscritta anche dai colleghi Giorgio Pagliari, Water Tocci, Donatella Albano, Josefa Idem, Sergio Lo Giudice, Silvana Amati, Roberto Ruta, Stefania Pezzopane, Maria Spilabotte (Pd), Franco Conte (Ncd), Ivana Simeoni (M5s), Fabrizio Bocchino, Fabiola Anitori e Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana (Misto).
‘La riforma delle pensioni varata dal ‘governo tecnico’ – spiega Laura Puppato – contiene un ‘errore tecnico’ ammesso dallo stesso estensore della riforma. I lavoratori nati nel 1951 e 1952 sono stati esclusi dal diritto di andare in pensione nonostante avessero maturato i requisiti nel dicembre 2012 e sono stati obbligati di fatto ad un’ulteriore permanenza in servizio per un periodo che va dai 2 ai 7 anni. Sulla questione hanno assunto più volte posizione sia il Governo che numerosi parlamentari, con l’impegno di arrivare ad un rapida soluzione che a tutt’oggi non è ancora pervenuta. Le risorse necessarie per garantire questo diritto ammontano a 400 milioni di euro, distribuibili su più annualità. E’ per questo che chiediamo al ministro di utilizzare parte dei proventi del ricalcolo dei Pil secondo il modello Sec2010, che implicherà un miglioramento del rapporto deficit/PIL di 0,2 punti percentuali, passando dall’attuale 3% al 2,8%, per risolvere senza ulteriori rinvii l’annosa vicenda della ‘Quota ’96’. Stiamo cambiando il Paese, dobbiamo farlo come già avvenuto per altre questioni, mantenendo fede ai nostri impegni e sanando gli errori prodotti. E’ una questione di credibilità’.

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