“La scelta del governo di presentare un Def vuoto e’ una fuga dall’assunzione di responsabilita’. Ci saremmo aspettati numeri rilevanti sui temi sociali ed economici ma non c’e’ nulla”. Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico al Senato, lo ha detto incontrando la stampa a Palazzo Madama alla vigilia del voto del Parlamento sul Documento di economia e finanza.
“Chiediamo chiarezza”, ha insistito, “la mancanza di trasparenza ci preoccupa, e’ una linea di continuita’ di questi 18 mesi di governo Meloni e ha attraversato diversi dossier. C’e’ una insofferenza ai controlli e alle regole e una totale assenza di trasparenza anche nei rapporti con il Parlamento”. Boccia ha anche espresso il sospetto “che la maggioranza voglia cambiare la legge di contabilita’ dicendo ‘ce lo chiede l’Europa’, dando cosi’ al governo mano libera sui processi di spesa anche durante l’anno da un’amministrazione centrale all’altra”. L’opposizione dei dem, ha promesso, sara’ dura: “Faremo le barricate”, ha scandito invitando il governo a “non mettere le mani sulla legge del 2016, che fu votata dall’80 del Parlamento e con nessun voto contrario”. L’appello di Boccia e’ anche ai presidenti di Camera e Senato. “Sulla legge di contabilita’ non ci possono essere forzature da parte del governo. La Ragioneria generale dello Stato e il Ragioniere generale dello Stato non possono diventare parte della contesa politica. Parliamo della sacralita’ dei conti e della terzieta’. Non hanno colore politico ed e’ il caso di evitare che su un presidio della Repubblica e del controllo democratico dei conti si abbatta la scure della politica di parte”, ha osservato.
Sul Def e’ tornato Daniele Manca, capogruppo del Pd in commissione Bilancio del Senato: “E’ tipico dei governi che stanno terminando il proprio percorso non dare indicazioni sul programmatico. E’ una situazione anomala – ha affermato – soprattutto per un governo politico che si definisce di legislatura. Il quadro macroeconomico e’ realmente complesso ma arrivare a questo appuntamento senza una bussola e individuando solo in Europa possibili responsabilita’ o nella propaganda l’assenza di una guida”, significa “mettere il Paese in un tunnel, che potra’ avere solo due vie d’uscite: tagli lineari alla spesa o nuove tasse per famiglie e imprese, con un carico fiscale sempre piu’ concentrato sui redditi medio bassi”.
Per Misiani e’ necessario cambiare l’agenda delle riforme: “Portano in Parlamento l’autonomia e il premierato ma non si parla di salario minimo, di riforma della Pa, del sistema sanitario, di formazione. Temi fondamentali per dare un futuro a questo Paese. Ci auguriamo che possa avvenire nei prossimi mesi, ma siamo partiti molto male. In questo Def aumenta il debito e torniamo a una crescita dello ‘zero virgola’ e non si affrontano i temi per dare velocita’ agli investimenti. Credo che questo sia il primo vero fallimento del governo”, ha ribadito.
Anche per Antonio Nicita il Def “e’ deficitario. Siamo in una situazione gravissima di assenza di trasparenza, probabilmente perche’ non si vogliono dare brutte notizie agli italiani prima delle competizioni elettorali. Ma questo – ha rilevato – e’ un momento di grande poverta’ politica, prima di tutto per il ruolo del Parlamento e per il diritto dei cittadini di sapere come sta andando l’economia, cosa intende fare il governo e cosa bisogna aspettarsi fino alla fine dell’anno”.
Il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, ha definito “molto preoccupante” il quadro che e’ emerso dalle audizioni di ieri sul Def in commissione. “Emerge una destra che non ha idea di cosa fare per far ripartire l’economia e per affrontare i nodi sociali nel Paese. La destra si occupa del potere in tutte le postazioni e rinuncia a fare politica economica. Il documento di economia e finanza solo tendenziale e’ una presa in giro, e’ aria fritta spacciata di qualcosa di obbligato in una fase di transizione verso il nuovo patto di stabilita’ e crescita, quando invece gran parte dei paesi dell’Ue presenteranno documenti programmatici. Il governo ha scelto di tirare a campare fino alle elezioni europee”. Per Misiani, ancora, “l’andamento del debito” rappresenta “un altro punto molto preoccupante: doveva essere lievemente discendente e invece torna a crescere”. Sul un nuovo patto di stabilita’ e crescita l’esponente del Pd ha sottolineato infine che in queste ore “la destra si sta astenendo al Parlamento europeo rispetto a un accordo fatto dal loro governo e che Meloni non piu’ tardi di alcune settimane fa ha detto in Parlamento essere il migliore accordo possibile, date le condizioni”. In Europa il centrodestra oggi, ha concluso, “sta smentendo Giorgetti che ha fatto le trattative e la presidente del Consiglio. Evidentemente si sta rendendo conto che non era il migliore accordo possibile per il nostro Paese”.