‘Sul ‘Corriere’ di oggi il professor Giavazzi si scaglia contro il porto off-shore di Venezia, sostenendo che si tratta di un’opera inutile, con il solo obiettivo di far avere appalti ai soliti noti. L’Italia è drammaticamente indietro sulle grandi strutture portuali, tanto che buona parte delle merci prodotte in Val Padana prendono la strada dei porti del Mare del Nord. Le navi porta container stanno diventando sempre più grandi: per diminuire l’inquinamento, velocizzare i traffici, abbattere i costi. Si tratta di bestioni lunghi più di 400 metri e larghi 60, che possono trasportare in un solo viaggio l’equivalente di 36 mila auto. Nessun porto dell’Alto Adriatico è oggi in grado di accogliere queste mega-navi. Se il Nord Est non vuole essere tagliato fuori dai traffici futuri, il porto off-shore è l’unica soluzione, come riconosciuto dai diversi Governi che si sono succeduti, che hanno inserito l’opera nella Legge Obiettivo , dall’Unione Europea e da altri prestigiosi consessi internazionali’. Lo dice il senatore del Pd Gianpiero Dalla Zuanna.
‘Il porto off-shore di Venezia – prosegue Dalla Zuanna – può essere un’opportunità storica per tutti gli scali adriatici, da Fiume a Ravenna e per tutta la logistica connessa. Va poi respinta l’idea che tutte le grandi opere siano inevitabilmente concepite per foraggiare consorterie e corruttele. L’Italia deve avere la forza di fare le grandi (e le piccole) opere che le servono, seguendo procedure trasparenti e corrette, grazie anche alla collaborazione della rinnovata autorità anticorruzione. Non è facile, ma l’alternativa a ciò è il declino economico e industriale’.

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