“La sottosegretaria all’Ambiente Barbara Degani ha risposto, in Commissione Ambiente, alla nostra interrogazione sull’escavazione di cinque pozzi per l’acqua potabile sulla riva destra del Brenta nel comune di Carmignano e sul prelievo di ghiaia per il rafforzamento dell’argine sinistro del fiume fra i comuni di Cittadella, Carmignano e Fontaniva. La risposta è in parte tranquillizzante e in parte interlocutoria. Per questo abbiamo chiesto al ministero di proseguire l’attività di monitoraggio e di prevedere una più stretta interlocuzione tra Autorità di Bacino nazionale, dicastero e Regione con gli amministratori locali e i comitati di cittadini per arrivare a decisioni condivise su questi temi”. Lo dicono i senatori del Pd eletti in Veneto Gianpiero Dalla Zuanna e Laura Puppato.
“Il ministero – spiegano i due senatori dem – riferendo di un intenso scambio di informazioni con la Regione e con l’Autorità di Bacino ha affermato che tutti gli interventi sul Brenta non devono prevedere alcun prelievo di ghiaia, che non è in atto alcuna azione di disboscamento e che la realizzazione di alcune briglie pilota lungo l’asta del fiume, nei pressi di Bassano e di Nove, ha dato esiti positivi in termini di ricarica della falda. Per quanto riguarda l’escavazione di 5 nuovi pozzi sulla golena destra, la Regione ha comunicato al ministero che, in assenza del parere obbligatorio dell’Autorità di Bacino nazionale, i lavori non sono nemmeno iniziati. Dichiarandoci parzialmente soddisfatti della risposta – proseguono i due senatori dem – abbiamo chiesto al ministero di proseguire nell’attenta attività di monitoraggio su tutti gli interventi concernenti il medio corso del Brenta. Abbiamo inoltre espresso sollievo per la rinuncia ad abbinare agli interventi sul medio corso del fiume al prelievo di ghiaia, che tanti scempi e tante proteste di cittadini e amministratori ha provocato negli anni passati. Chiediamo che i lavori di ripascimento della falda e di rafforzamento degli argini siano ulteriormente accelerati. Per quanto riguarda i 5 nuovi pozzi, continuiamo ad esprimere molte perplessità. Nessuno mette in discussione l’opportunità di prelevare acqua potabile per provvedere alle esigenze del Basso Veneto, una volta ottenuta la garanzia di mantenere il livello della falda. È però difficile comprendere il senso di costruire i cinque pozzi in golena, ossia in una zona esposta al rischio di piene, ricordando che il Brenta, nel suo medio corso, ha ancora un regime sostanzialmente torrentizio, quando nulla osta a realizzarli oltre l’argine golenale, ove già oggi viene ordinariamente prelevata acqua potabile”.


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