“Nel carcere di Montorio (Verona) ci sono 17 poliziotti penitenziari e 25 detenuti risultati positivi al coronavirus. Ancora dieci giorni fa i sindacati avevano rappresentato i primi contagi e, sinceramente, non è accettabile che ancora oggi non si sia vista l’ombra di nessuno.
Poliziotti, detenuti e tutti i lavoratori impegnati nella struttura non sono cittadini di serie B.
Senza polemica, pensavo che non si arrivasse fino a questo punto. Adesso, però, serve intervenire con urgenza. Ho segnalato a tutti, anche al Governo, che non si può perdere tempo”. Lo dice il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo, eletto a Verona.
“Va rassicurata la popolazione carceraria – prosegue D’Arienzo – che si farà di tutto per impedire la diffusione del contagio. E va fatto con comunicazioni mirate e atti concreti e immediati. Devono essere disposti i tamponi a tappeto per tutti i poliziotti ed i detenuti in modo da mappare la situazione e intervenire di conseguenza. Ai detenuti contagiati devono essere garantiti i dispositivi previsti in questi casi. E’ inimmaginabile che gli operatori penitenziari possano prestare servizio solo con mascherine e guanti nelle aree in cui è stato circoscritta la presenza del virus: al pari dei medici e infermieri dei reparti ospedalieri Covid, anche i poliziotti devono essere forniti di occhiali e camici adeguati ed in numero sufficiente. Senza queste dotazioni si rischia di esporli inutilmente e questo non garantisce la necessaria serenità. Non è compito della Polizia Penitenziaria gestire direttamente soggetti contagiati da malattie infettive letali, quindi, è necessaria una costante presenza di un presidio medico specializzato per malattie infettive in modo da affrontare le procedure di tutela per la salute di tutti. Vanno esaminate anche altre possibilità, tra le quali annovero la domiciliazione degli arresti, ove possibile. Insomma, nessuna inerzia. Dieci giorni di ritardo sono stati già troppi”.


Ne Parlano