Mozione approvata all’unanimità dal Senato, senatrice Pd prima firmataria
‘Da un’indagine mondiale risulta che le malattie legate all’Alzheimer fanno più paura del cancro. Le persone sono particolarmente spaventate da una patologia che nei prossimi anni vedrà un raddoppio dei casi in tutto il mondo e non soltanto a causa dell’invecchiamento della popolazione, infatti l’Alzheimer colpisce anche persone al di sotto dei 50 anni. Questo riguarda molto da vicino il nostro Paese, è quindi particolarmente urgente un intervento tempestivo da parte del Governo e ci auguriamo che le linee guida in discussione ad un tavolo tecnico ministeriale vengano emanate prima possibile’. Lo ha detto Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, illustrando nell’aula di Palazzo Madama la mozione, approvata all’unanimità, che la vede come prima firmataria sulla cura dei malati di Alzheimer. ‘Sappiamo – ha sottolineato De Biasi – che vi sono miglioramenti, naturalmente temporanei, ma quantomeno non vi sono regressioni, quanto più la persona affetta da Alzheimer è inserita in un contesto sociale’. Quindi, secondo la Senatrice è ‘molto importante che l’intervento non sia esclusivamente all’interno della famiglia ma anche in un centro diurno, in un luogo territoriale in cui il paziente possa ricevere dall’esterno uno stimolo continuo che è una delle modalità di cura e di sostegno più importanti che vi siano oggi’. Dunque, a giudizio della Senatrice Pd ‘vi sono già buone, ottime pratiche nel nostro Paese. Credo però si possa migliorare, tanto è vero che chiediamo in modo definitivo che l’Alzheimer sia riconosciuto nei LEA (Livelli essenziali di assistenza), che vi sia la possibilità di intervento da parte del Ssn in modo specifico’. Insomma, è necessaria una ‘diagnosi precoce e tempestiva terapie anche farmacologiche’. Infine, De Biasi ha concluso sostenendo che ‘non si deve avere vergogna, non si deve avere paura di parlare’ di questa malattia. E’, invece, ‘una questione che dovrebbe entrare a pieno titolo nel dibattito pubblico. È un tema sensibile perché attraversa la vita delle persone e non per l’imbarazzo sociale che può portare. Ogni sforzo economico, progettuale, di sostegno, di solidarietà e d’intervento attivo- ha concluso- forse può aiutare anche noi a superare la paura dell’altro, nel quale vediamo le miserie più grandi che temiamo’.

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