Ci sia una corretta attuazione e sia
permesso alle donne di ricorrere all’aborto farmacologico, nelle
modalità stabilite. La senatrice Cecilia D’Elia, nel giorno
dell”anniversario della legge 194, ha annunciato la
presentazione di un’interrogazione indirizzata al ministro della
Salute Schillaci sull’aborto farmacologico. “A quindici anni
dalla possibilità di ricorrere, nel nostro Paese, alla procedura
farmacologica per l’interruzione volontaria della gravidanza
(IVG), questa non è ancora pienamente accessibile a tutte le
donne”, si legge nell’atto. “Sicuramente è imparagonabile la
situazione rispetto a prima, ma sull’interruzione volontaria di
gravidanza è davvero troppo dura a morire questa cultura che
criminalizza e stigmatizza la donna”, ha spiegato D’Elia
intervenendo alla conferenza stampa alla Camera con
l’associazione Luca Coscioni. Per questo “ho depositato
un’interrogazione: dobbiamo tutelare un diritto e dobbiamo
sconfiggere questa cultura patriarcale che non riconosce
l’autonomia femminile. Io sono prima firmataria, ma siamo una
rete anche interpartitica che si sta attivando”, ha precisato la
senatrice Pd. Si chiede quindi di “sapere quali iniziative il
Ministro intenda adottare, nell’ambito delle proprie competenze,
affinché le Regioni garantiscano l’attuazione di quanto previsto
dalle Linee di indirizzo del Ministero della salute sulla
interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e
prostaglandine”, la richiesta messa nero su bianco. Sempre alla
conferenza alla Camera, anche la deputata di Azione Giulia
Pastorella ha annunciato che depositerà un’interrogazione sempre
sull’aborto farmacologico.


Ne Parlano