“Un anno fa il femminicidio di Giulia Cecchettin ha segnato uno spartiacque nella coscienza pubblica, soprattutto grazie alle parole della famiglia di Giulia. La cultura patriarcale è stata indicata in modo chiaro come quella che sottende ed è responsabile della violenza.” A dichiaralo è Cecilia D’Elia, senatrice Pd e vicepresidente della commissione bicamerale sul femminicidio, durante la conferenza stampa del Pd sulle iniziative sul tema della violenza, con la segretaria Elly Schlein.
D’Elia ha poi proseguito: “Ma a questo non è seguito uno spartiacque anche delle politiche pubbliche, che sono in capo al governo. Forse avremo burocraticamente un nuovo Piano Nazionale, l’ultimo è scaduto un anno fa. Aspettiamo ancora i decreti attuativi sulle statistiche, per non parlare del progetto sull’educazione all’affettività che il ministro Valditara ha sbandierato all’indomani della morte di Giulia Cecchettin, indicandolo come una priorità, salvo poi non fare nulla per un anno.”
“Noi – spiega la Senatrice D’Elia – come parlamento abbiamo provato a lavorare in modo bipartisan per un tema che è una ferita enorme nel paese. In Senato spingiamo per l’approvazione delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, alla Camera per quella sul consenso, mentre aspettiamo da 11 mesi di iniziare la discussione sulle proposte per l’educazione affettiva nelle scuole.
Non basta però. Non bastano buone leggi, che pure vogliamo approvare ma soprattutto serve uno scatto in avanti sulle politiche concrete. E questo è quello che dovrebbe fare il governo.” ha concluso.


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