“Abbiamo lavorato per ottenere il Next
Generation Eu ma non possiamo votare questo decreto, che
tradisce gli obiettivi contro le disuguaglianze di genere,
generazionali e territoriali. Accanto ai tagli alla sanita’
pubblica, denunciati anche dalle stesse regioni governate dal
centro destra, alla penalizzazione del sud e al generale
stravolgimento del Piano di ripresa e resilienza, sono state
inserite norme completamente estranee alla materia e volutamente
provocatorie ed ideologiche”. Lo ha dichiarato in Aula la
senatrice del Partito democratico Cecilia D’Elia.
“Mi riferisco evidentemente – spiega la senatrice –
all’emendamento approvato dalla maggioranza che consente
l’ingresso nei consultori delle associazioni antiabortiste. Un
vero e proprio blitz, in un decreto su cui chiedete la fiducia,
che prova a boicottare una legge, la 194, perche’ non riuscite a
non cadere nella tentazione di farlo, come fate dove governate
nelle regioni. Parliamo dunque di aborto, che grazie al
femminismo e alle donne e’ uscito dalla clandestinita’, e’
diventato una questione pubblica e politica. Il cuore della
questione infatti e’ l’autonoma scelta delle donne, nella
sessualita’, nella maternita’, nell’aborto, la scelta sul
proprio corpo. Con questo emendamento il governo prova ad
aggirare la legge, ostacolarne l’applicazione, stigmatizzando e
colpevolizzando le donne. Tema che nulla c’entra con il Pnrr.
Sia chiaro, le donne di questo paese hanno gia’ dimostrato di
non voler intromissioni nelle loro scelte sul proprio corpo: lo
hanno fatto portando cinquant’anni fa questo tema al centro del
dibattito pubblico, hanno difeso la legge 194 dagli attacchi e
dal referendum proposto per abolirla. Oggi, questo nuovo
affronto ha gia’ mobilitato tante associazioni e la stessa rete
dei consultori. Noi siamo con loro, per rivendicare il diritto
delle donne a scegliere e a godere della piena cittadinanza. Non
vi consentiremo di colpevolizzarle, di chiamarle assassine. Sono
tante le ragioni per cui non voteremo questo provvedimento, una
su tutte l’ipocrisia di una maggioranza che ha ereditato il Pnrr
pensato per i giovani, le donne e il sud, trasformandolo – ha
concluso la senatrice dem – in uno strumento che divide il paese
e acuisce le diseguaglianze”.


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