“C’è una verità che le organizzazioni come Provita devono accettare: quella dell’esistenza delle persone non binarie e delle persone trans. Una incontrovertibile realtà che anche la recentissima sentenza 143/24 della Corte Costituzionale riconosce, non solo auspicando un intervento del legislatore per regolarla, ma facendo esplicito riferimento alla pratica delle carriere alias nelle scuole, come strumento positivo per permettere alle studentesse e agli studenti di assumere elettivamente, ai fini amministrativi interni, un’identità coerente al genere percepito. Per tutto questo l’iniziativa di diffida ai danni della scuola Albertelli avanzata dall’organizzazione conservatrice è ideologica e discriminatoria.  In quella scuola, infatti, come in tanti altri istituti d’Italia, e progressivamente in tante altre realtà istituzionali, la carriera alias garantisce il diritto alla salute e allo studio delle persone trans, quelle che maggiormente sono esposte a discriminazione. La scuola, perciò, luogo per eccellenza dell’inclusione, del dialogo e del contrasto alle differenze, è dunque quello deputato a consentire ad ogni persona di definirsi con l’identità scelta. E’ una pratica di giustizia. Se ne facciano una ragione, sul terreno dei diritti e delle libertà non consentiremo passi indietro”. Lo dice la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo in Commissione, scuola, istruzione pubblica.


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