“E’ un susseguirsi
di violenze, che coinvolge giovanissimi, sempre con la
stessa motivazione: il rifiuto di accettare la liberta’
delle ragazze, di rispettarne le scelte. Quando parliamo di
cultura del possesso e di patriarcato, stiamo descrivendo
esattamente casi come quello di Martina, uccisa brutalmente
a soli 14 anni. Con una pietra sembrerebbe, come nelle
lapidazioni, da un ragazzo di 18 anni. Mancano davvero le
parole”, dichiara in una nota e’ Cecilia D’elia, senatrice
Pd e vicepresidente della commissione sul femminicidio.
“Serve affrontare la gigantesca questione culturale che
produce i femminicidi. E’ urgente produrre una vera e
proprio rivolta culturale per sconfiggere questa cultura di
morte e di possesso. E’ davvero tempo di introdurre
l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole, in modo
strutturale ed obbligatorio. Serve un lavoro di
destrutturazione degli stereotipi che ingabbiano ragazze e
ragazzi. Educare alle relazioni sane e paritarie e’ una
priorita’ assoluta, se si vuole smettere di aggiungere nomi
di donne di ogni eta’ alla conta dei femminicidi”, conclude.