“Annunci roboanti, nido gratis per il secondo figlio, decontribuzioni per le lavoratrici madri, centralità della famiglia, ma a leggere bene quello che rimane sono misure spot che non intervengono a sostenere davvero le scelte di genitorialità, tanto meno la condizione delle donne.” Lo dice la senatrice del Pd Cecilia D’Elia, portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche. “Anzi queste misure – prosegue D’Elia- rischiano di acuire le disuguaglianze territoriali, penalizzando soprattutto il Sud. Per non parlare degli interventi sulle pensioni, che restringono ulteriormente rispetto ad Opzione Donna la platea di chi potrà beneficiare della nuova misura, con buona pace del riconoscimento del contributo dato dalle donne al Paese. La ministra Roccella – continua D’Elia – rivendica una centralità data alla famiglia che noi non vediamo, al contrario l’unica riforma strutturale e universale, l’assegno unico, viene tagliata. Un miliardo sui 24 della manovra sarebbe dedicato alla famiglia. Le misure rivolte alle donne aggiungono qualcosa, e non in modo strutturale, a quelle che hanno avuto figli, almeno due, con buona pace delle altre. Eppure, il nodo vero di questo Paese, che blocca anche la natalità, è il lavoro per le donne e i servizi. Pensiamo ad esempio all’intervento annunciato, quello relativo alla gratuità dei nidi per i secondi figli che in realtà è l’incremento di 150 milioni al bonus asili, quindi a un rimborso, senza che un vero intervento sul sistema servizi educativi 0-6 anni venga neanche avanzato. A questa misura si aggiunge la decontribuzione della parte del costo del lavoro relativa ai contributi versati dalla lavoratrice: un intervento che riguarda una minoranza che già lavora (e che deve avere tre figli di cui almeno uno minore o due figli di cui almeno uno minore di dieci anni). Di nuovo soprattutto donne che vivono nel centronord. Nulla dunque di strutturale a sostegno della creazione di occupazione femminile e a rafforzare il welfare, anzi un taglio ai fondi per la disabilità. Nessuna messa al centro reale delle vite delle donne nelle politiche, perché anche sui congedi, su cui c’è stato un intervento, continuiamo a pensare che la scelta da fare sia quella dei congedi paritari altrimenti saranno sempre le donne a farne uso. Il governo – conclude D’Elia – ha scelto gli spot, di corto respiro, che non invertiranno nessuna tendenza economica e demografica, che nulla miglioreranno nella vita di tante ragazze e donne, disoccupate e lavoratrici, precarie e no”.


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