“Per tutto quello che in questo decreto non c’è e che avremmo voluto, il Pd ha espresso un voto di astensione. Quello che il Senato ha votato oggi è un provvedimento eterogeneo, che contiene misure sull’università, sulla scuola, sul lavoro, affrontando alcune emergenze ma senza un disegno, senza una visione di prospettiva da parte del governo. Un decreto che al Senato non abbiamo neanche avuto il tempo di esaminare”. Lo ha detto la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo del Pd nella Commissione Istruzione, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto.
“Su alcune questioni – ha proseguito D’Elia – il decreto contiene degli inizi di intervento. Alla Camera si è riusciti per esempio a prolungare di alcune settimane gli ammortizzatori sociali per il settore strategico della moda e ad approvare l’ordine del giorno Bonafé per la loro estensione a tutto il 2025. Ma in altri settori si interviene in modo discutibile, per esempio sull’università con una proroga del Cun che invece andrebbe riformato con il suo coinvolgimento, mentre nella legge di Bilancio ci sono tagli ai fondi ordinari contri i quali vari atenei si sono pronunciati e sui quali speriamo che il governo voglia tornare indietro. Per il diritto allo studio c’è il pannicello caldo di 4 mln per i libri, quando si dovrebbe andare verso la gratuità dei libri di testo e del welfare. Sull’obiettivo Pnrr di 60 mila posti letto nelle residenze universitarie, c’è una piccola misura tampone. Ma su questo servirebbero invece risposte concrete, perché non potranno essere le università telematiche a dare una risposta al diritto allo studio in un paese civile. Infine, sul lavoro agricolo si interviene con misure spot, ma mancano del tutto interventi strutturali per il contrasto al caporalato e il lavoro agricolo di qualità, non si tocca l’essenziale coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, con il rischio di creare zone franche dalle ispezioni, con il tema immenso del numero degli ispettori”.