Ho ascoltato con molta attenzione le parole del settosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi, che in aula ha risposto alla mia interrogazione circa l’esclusione di alcuni territori dall’importante riconoscimento della Via Appia come patrimonio dell’Umanità, avvenuto a fine luglio scorso.
Ho apprezzato le intenzioni dichiarate di voler dialogare con le amministrazioni locali coinvolte per individuare la strada utile a ricomprenderli nel riconoscimento. Ho però voluto replicare chiedendo al governo atti concreti che diano il segno dell’impegno in questa direzione e soprattutto che siano garantiti a questi territori, che pure hanno avuto un ruolo centrale, nel processo di candidatura prima e del riconoscimento poi, le risorse che arriveranno per valorizzare i tracciati.
E’ un fatto importante, che non può essere eluso: la via Appia, Regina Viarum, infatti, è un bene inestimabile, dal punto di vista storico e culturale e ambientale, il
riconoscimento è solo l’inizio di una lavoro da fare per liberare l’Appia da incuria e abusi.
E’ un cammino laico, di cui avere cura e sul quale la strada della valorizzazione è ancora lunga e tortuosa.

Così ha dichiarato la Senatrice del Partito democratico Cecilia D’Elia, capogruppo in commissione cultura, scuola, istruzione, commentando la risposta del governo alla sua interrogazione sull’esclusione di alcuni territori dal riconoscimento dell’Appia Antico come Patrimonio dell’Umanità.


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