Sostenere il settore creativo con adeguati incentivi e misure che accrescano la competitività delle sue imprese, in particolare quelle piccole e medie. Questa la finalità di un disegno di legge presentato in Senato da Cecilia D’Elia (Pd) dal titolo “Istituzione del Fondo nazionale per le imprese creative”. Il comparto comprende tutte le attività dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e dei servizi che costituiscono espressioni culturali o artistiche ovvero altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo, all’editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicità.

“La creatività è divenuta, negli anni più recenti, una parola chiave dell’economia – spiega la senatrice D’Elia -. Il comparto creativo comprende, infatti, i settori di attività economica più dinamici e con un maggiore potenziale di sviluppo. I punti di contatto e i rapporti di tali settori con le industrie manifatturiere e dei servizi sono sempre più evidenti ed è sempre più stretta la connessione tra creatività e mondo della produzione, ma, nello stesso tempo, è anche sempre più diffusa la consapevolezza che la creatività può essere un importante volano per uno sviluppo ecosostenibile, ad esempio l’ecodesign”. In Italia, il contributo alla ricchezza generato dalla cultura e dalla creatività ha superato, nel 2018, i 96 miliardi di euro, frutto del lavoro di 1,5 milioni di addetti. Però, rileva D’Elia, manca “un’azione pubblica effettivamente in grado di sviluppare questo insieme di attività e di competenze in un sistema e di valorizzarne appieno il potenziale strategico per il nostro Paese. Non esiste un’iniziativa nazionale che, alla luce del valore e delle implicazioni sulla crescita in termini quantitativi e qualitativi del settore creativo, sostenga la nascita e la crescita di imprese in questo settore, promuova la relazione tra settori culturali e creativi e altri settori dell’economia, contribuisca ad accrescere la produttività del settore, lo sostenga ai fini dell’innovazione, faciliti il suo accesso ai finanziamenti, promuova le sue competenze, protegga le sue idee e incentivi la sua capacità di esportazione”.

Il ddl della senatrice Pd prevede all’articolo 1 l’istituzione di un Fondo nazionale per le imprese creative, con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. Queste le finalità e gli ambiti di intervento del Fondo nazionale: interventi per favorire l’avvio e lo sviluppo di imprese creative, attraverso la concessione di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati; misure di intervento nel capitale di rischio delle imprese creative, attraverso il ricorso al Fondo di sostegno al venture capital; iniziative per promuovere la collaborazione tra le imprese creative e le imprese dei settori produttivi tradizionali; sostegno all’utilizzo di spazi di lavoro condiviso, in particolare da parte dei giovani; nuove iniziative per introdurre la creatività nella pubblica amministrazione; misure per rafforzare le attività di analisi e di promozione dell’ecosistema. Sono inoltre promosse collaborazioni con le regioni per la più efficace attuazione degli interventi in favore delle imprese creative. Il ddl D’Elia prevede, inoltre, l’istituzione, sulla base del modello tedesco, del Centro di eccellenza per le imprese creative, quale organismo di analisi della dimensione qualitativa e quantitativa del settore creativo e di promozione di interventi per il suo sostegno. Il Centro promuoverà l’innovazione nelle filiere industriali e filoni di ricerca sperimentali legati ai grandi cambiamenti in atto nella società. Esso studierà anche modelli gestionali e di business finalizzati ad accrescere la competitività delle imprese creative e dedicherà parte della sua attività al rapporto tra creatività e pubblica amministrazione e al miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici con il ricorso a tecniche di design e a strumenti come la comunicazione e i videogiochi. Il disegno di legge prevede, infine, la presentazione di una relazione annuale al Parlamento da parte del ministro dello Sviluppo economico sullo stato di attuazione della legge che, con cadenza biennale, prevede anche forme di monitoraggio e di valutazione in ordine ai risultati ottenuti.


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